“Stiamo scivolando verso un periodo di oscurantismo senza neanche rendercene conto”. A chi pensa che il sesso sia ormai sdoganato, che ogni tabù sia caduto e che il nostro sia, finalmente, un paese meno conservatore del passato, risponde senza mezzi termini Carmine Amoroso, regista del documentario Porno e Libertà. Il film, uscito nelle sale la scorsa estate, è stato presentato in anteprima al Rotterdam Film Festival e sabato 14 gennaio torna – solo per un giorno – all’Ex Dogana, in occasione del party Amigdala. 

Prodotto attraverso il crowdfunding on line poiché nessun produttore ha voluto investire sulla nuova opera di Amoroso, il film è un racconto raffinato, emozionante e ironico,  delle vicende e dei personaggi che hanno scritto la storia della liberazione sessuale in Italia negli anni Settanta, tra pornografia, utopie e lotte contro censura e pregiudizi. Sembra un paradosso, eppure dopo 4 decenni da quegli anni, Facebook, il più grande social network della rete ha oscurato la fan page del film e ha bloccato per un mese la pagina personale del suo regista e di altri collaboratori, colpevoli tutti di aver mostrato un capezzolo sul manifesto del documentario. Lo staff di Facebook si è difeso dicendo che la pagina “viola gli standard interni relativi alla pubblicazione di nudo” ma i tentativi di Amoroso di contattare il social di Mark Zuckerberg sono falliti. Un danno enorme per un film nato grazie al sostegno della rete e che solo attraverso i social network ha potuto farsi conoscere. La storia si ripete ed oggi non sembrano così lontani gli anni in cui a lottare contro l’Italia moralista e democristiana, c’erano Riccardo Schicchi, Lasse Brown, Judith Malina, Vincenzo Sparagna, Mario Mieli, Lidia Ravera, Marco Pannella, Giuliana Gamba, Helena Velena, Bernardo Bertolucci, tutti i protagonisti di Porno e Libertà.

CICCIOLINA- NATASCHA KINSKY E MARCO PANNELLA(In foto, tra gli altri: Ilona Staller , in arte Cicciolina, e Marco Pannella)

Per realizzare il film documentario, il regista, già sceneggiatore di Parenti serpenti di Monicelli e autore di Come tu mi vuoi e Cover Boy (pluripremiato film di Amoroso del 2006, ndr), ha impiegato sei anni e affrontato una lunga fila di porte chiuse. Eppure, tra le tante difficoltà, sono arrivate le prime rivincite e il film è stato venduto in più di dieci paesi.

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Riportiamo qui, la nostra intervista a Carmine Amoroso che abbiamo pubblicato su Face Magazine.it lo scorso 5 luglio.

L’INTERVISTA | CARMINE AMOROSO

Perché hai deciso di raccontare ciò che è stato il porno?
Perché il porno fa parte della nostra vita quotidiana, è uno dei fenomeni più importanti dell’immaginario contemporaneo e non è mai stato analizzato seriamente né da un punto di vista storico né concettuale.

Hai dovuto finanziare il film con il crowdfunding per le difficoltà nel trovare produttori interessati. Perché? Cosa fa paura ancora nel 2016 della parola “Porno”?
Perché la parola porno racchiude una connotazione negativa. Rappresenta uno “scarto”. E persino parlare seriamente di pornografia mette a rischio la propria reputazione. È anche per questa parola “porn” che facebook ci ha censurati.

Eppure la rivincita è arrivata: “Porno e libertà”, dopo il successo al festival di Rotterdam, è stato venduto in più di dieci paesi..
Sì per fortuna sta girando il mondo ed è stato selezionato in molti festival. Per quanto riguarda l’uscita italiana però siamo stati immediatamente vittima dell’ottica mercantile, che premia i più forti e penalizza i prodotti indipendenti e senza risorse economiche. A questo si è aggiunto nel nostro caso la censura operata da facebook che ci ha oscurato la pagina, impedendoci la comunicazione. Senza nessuna motivazione. Ci ha trattati come dei bambini da mettere in punizione perché abbiamo disubbidito alle regole.

Dove hai trovato i materiali che compongono i 78 minuti di “Porno e libertà”?
È stato un lavoro molto lungo. Certosino, di ricerca. Abbiamo utilizzato molti archivi sia pubblici come la Cineteca di Bologna, sia privati andandoli a scovare in giro e poi Fondazioni come quella di Alberto Grifi.

cicciolina-parlamentare-1987-137232(Ilona Staller, in arte Cicciolina, pornostar ed ex parlamentare del Partito Radicale)

Cosa resta di quelle utopie che hanno mosso gli anni Settanta e che ricordo hai di quegli anni?
Non resta più niente. Noi pensavamo di cambiare il mondo. Per noi il punto focale era la ricerca della felicità.

Oggi, nel 2016, siamo davvero un paese libero?
Libero di fare cosa?

Riccardo Schicchi e Marco Pannella: che ricordo hai di questi due uomini che hanno, ognuno a modo proprio, cambiato la storia del costume e il senso del pudore in Italia?
Un ricordo forte. Entrambi hanno lottato per cambiare questo paese. Due geni della comunicazione. Due veri laici, anticonformisti, ribelli, combattivi.

Il sesso, la pornografia sono stati elementi divisivi anche nel dibattito interno alla sinistra italiana. Pensiamo al moralismo del Pci o alle polemiche sull’elezione di Cicciolina in parlamento, anche tra i militanti radicali. Perché?
Perché la sessualità libera ha sempre fatto paura.

Alle nuove generazioni che non hanno vissuto quegli anni, cosa diresti oggi?
Di non far parte passivamente dello “sciame”.