Gli exit poll fotografano la netta vittoria del sì all’aborto libero, con il 68% rispetto al 32% dei voti contrari. Mentre lo spoglio è ancora in corso il movimento anti-abortista irlandese ha ammesso la sconfitta al referendum. La svolta è storica, in uno dei paesi considerati più conservatori e cattolici d’Europa. Un passaggio che segna un’epoca tanto per i vincitori quanto per gli sconfitti, e soprattutto per le donne. Si tratta di un voto che suggella il trionfo del fronte favorevole all’abrogazione dell’articolo 8 della Costituzione, sulla tutela della vita del nascituro, introdotto nel 1983 per affermare il divieto di fatto dell’interruzione della gravidanza. Per anni le donne irlandesi sono state costrette ad andare in altri paesi per abortire. Un voto che ricorda un’altra svolta storica, quella di tre anni fa che ha dato il via libera ai matrimoni gay.

Foto: Strike 4 Repeal.

La battaglia è stata promossa dal movimento femminista Strike4Repeal ed è stata condivisa apertamente anche dal premier liberale di Dublino, Leo Varadkar, gay dichiarato e promotore di un referendum considerato “opportunità di una sola generazione” per mettere “fine ai viaggi della disperazione di troppe donne”. Questa è una vittoria anche sua.

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