La stampa libera e il diritto di critica sono le colonne portanti di una democrazia. È la premessa, necessaria e imprescindibile, che ha il dovere di rispettare chi è al potere come qualunque cittadino ed elettore. Le parole di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista contro i giornalisti, definiti “pennivendoli e puttane”, non hanno alcuna giustificazione. Tuttavia non sono i primi e non saranno gli ultimi: gli attacchi alla stampa libera sono un mantra che si ripete, una ossessione del potere italico (e non solo) che ha una lunga storia. Come dimenticare il celeberrimo “editto bulgaro” di Silvio Berlusconi contro Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro, cacciati dalla Rai berlusconiana. Le inchieste scomode non piacevano neanche all’ex premier Matteo Renzi che minacciò querele contro Report sul caso de “L’Unità”. I sindacati Fnsi e Usigrai gli risposero: “Quando si dà fastidio a qualcuno scatta il bavaglio”. In quelle stesse settimane, Milena Gabanelli rifiutò la direzione del sito di RaiNews24 e si autosospese dalla Rai per protesta, perché la volevano “defilata in campagna elettorale”, come lei stessa dichiarò in un’intervista al Corriere della Sera.

Non va meglio fuori dai nostri confini: Donald Trump ha costruito il suo successo attaccando i media e ha dichiarato di auspicare la chiusura del New York Times. Vladimir Putin in Russia e Recep Erdogan in Turchia sono maestri di censura: centinaia sono i giornalisti arrestati, uccisi o licenziati nei due paesi. Come Anna Politkovskaja, la cui morte è ancora un mistero. La sua era una delle tante firme autorevoli e libere, sgradite ai governi.

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Luigi di Maio e Alessandro di Battista hanno usato parole e toni contro la stampa offensivi e fuori luogo, soprattutto perché hanno sparato nel mucchio, senza distinzione alcuna. Tuttavia, sul caso Raggi in molti dovrebbero chiedere scusa e taanti cronisti e direttori meriterebbero un serio esame di coscienza. La sindaca di Roma è stata definita “patata bollente” da Libero, le sono stati attribuite relazioni amorose e sessuali con tutti gli uomini coinvolti nell’inchiesta da cui è stata assolta: attacchi misogini e maschilisti, beceri insulti che ledono la dignità dei destinatari, ma anche quella di tutti i giornalisti onesti e capaci che svolgono questo lavoro con serietà e correttezza.


Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 12 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..
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