Torna l’OndaPride che attraversa l’Italia da Milano a Pavia, da Napoli a Palermo, e porta in giro per lo Stivale i colori, le rivendicazioni e le istanze della bandiera rainbow, simbolo delle lotte della comunità lgbti. Sabato 9 giugno è arrivato a Roma, portando in piazza mezzo milione di manifestanti, e come ogni anno si riapre il dibattito: ha ancora un senso sfilare al Pride, manifestare tra carri, musica, drag queen?

La stagione politica che stiamo vivendo è attraversata, in tutta Europa, da venti oscurantisti. Le nuove destre minacciano i diritti di tutte le minoranze in nome del sovranismo, della difesa dei valori tradizionali, si è perfino tornati a parlare di “razza”, una parola che speravamo fosse scomparsa dal lessico del dibattito pubblico.

- PUBBLICITÀ - 

In Italia, il ministro per la Famiglia e i disabili, il leghista Fontana, ha negato l’esistenza delle famiglie arcobaleno e ha auspicato la revisione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Le Unioni Civili e i temi etici non sono nel contratto di governo tra Lega e M5S – ha assicurato -, ma le affermazioni della nuova classe dirigente gettano un’ombra molto pesante sul futuro di questo Paese, ancora molto lontano dalle conquiste civili delle grandi democrazie del mondo. Negli stessi giorni, il sindaco di Firenze Nardella ha negato il patrocinio al Pride cittadino: il Pd, con Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia ha bocciato la mozione proposta da Mdp e sottoscritta dal M5S che proponeva il supporto e l’adesione al corto fiorentino.

In questi anni, sui diritti delle persone gay, lesbiche, transessuali e intersessuali, è stata approvata una timida Legge sulle Unioni Civili e nulla altro. La proposta di legge del 2013 contro l’omo-trasfobia non è mai stata neanche discussa e la stepchild adoption è stata negata, con il ricatto di Angelino Alfano all’ex Governo Renzi.

Le destre reazionarie, la svolta conservatrice pentastellata e le ambiguità progressiste delineano i contorni di una stagione buia e un futuro che preoccupa e inquieta. Ecco perché ha ancora un senso sfilare al Pride. Con tutti i suoi colori, le rivendicazioni e “gli eccessi” così tanto disprezzati dai benpensanti. Sì, tutto questo ha ancora un senso. Oggi più che mai.




Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 12 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..