I dati parlano chiaro e iniettano una massicia dose di entusiasmo a sinistra. Oltre un milione e 600mila elettori hanno votato per eleggere il futuro segretario del Pd e per Nicola Zingaretti è stato un vero e proprio trionfo, oltre le aspetattive. Il governatore della Regione Lazio ha raggiunto quasi il 66% dei consensi, sconfiggendo gli altri due candidati – Maurizio Martina e Roberto Giachetti – e travolgendo così l’area renziana del partito.
La batosta è stata netta e inequivocabile: per Matteo Renzi e i suoi, la bocciatura è senza se e senza ma, anche in casa sua. A Firenze, infatti, il nuovo segretario vola oltre il 60%.

Credits foto: facebook.com/nicolazingaretti

La sinistra interna, bistrattata dai renziani, ora tornata forte come mai era stata, forse nemmeno ai tempi di Bersani. Riuscirà ora Nicola Zingaretti ad archiviare gli anni del renzismo che hanno quasi annientato il partito? E’ la domanda che tutti si pongono al Nazareno. E cosa ne sarà dei quadri, i dirigenti, i dipendenti e i parlamentari che in questi anni si sono convertiti in massa al renzismo militante? C’è chi è pronto a scommettere in nuovi cambi di casacca, mentre il fortino renziano potrebbe provare una strada in solitaria. Se accadrà non sarà prima dell’autunno, ma i sondaggisti non lasciano sperare nulla di buono: un nuovo partito dell’ex sindaco di Firenze oggi non varrebbe più del 4%-5%. Il tramonto renziano è dentro, ma soprattutto fuori il Pd.