Era nato a Cosenza nel 1933. Giurista, parlamentare, esponente della sinistra ma sempre uomo indipendente e libero. Dal 1997 al 2005 è stato il primo Presidente del Garante per la protezione dei dati personali. Nel 2013 Movimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà lo avevano candidato alla Presidenza della Repubblica, ma la maggioranza di Pd e centro destra hanno preferito eleggere Giorgio Napolitano. Ha insegnato negli Stati Uniti, in America Latina, Canada, Australia e India. Sostenitore dei diritti di tutti, ha sempre appoggiato le battaglie della comunità lgbt, delle donne, di tutte le minoranze. Fino alla battaglia per il No al referendum di Renzi e per il fine vita. Stefano Rodotà si è spento ieri, 23 giugno, all’età di 84 anni.

La camera ardente sarà aperta sabato alle 16 nella sala Aldo Moro di Montecitorio. E resterà aperta anche domenica dalle 10 alle 19.

Cordoglio è stato espresso da tutte le alte cariche dello Stato. Mattarella ricorda “le alte doti morali e l’impegno di giurista insigne, di docente universitario, di parlamentare appassionato e di prestigio e di rigoroso garante della Privacy”. “Ricordo Stefano Rodotà grande giurista, intellettuale di rango, straordinario parlamentare. Una vita di battaglie per la libertà”, ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Per il presidente del Senato Pietro Grasso: “Ha dato moltissimo al nostro Paese. Ho avuto tante volte l’occasione di incontrarlo e confrontarmi sul tema dei diritti, a lui particolarmente caro e al quale ha dedicato decenni di impegno: ne ricordo l’intelligenza vivace e la straordinaria capacità di affrontare con linguaggio semplice temi profondamente complessi. Ci mancherà”.