Ha sconfitto un colosso minerario per difendere il suo territorio. La battaglia di Maxima Acuña contro una potente compagnia mineraria ha oltrepassato i confini del Perù. Dall’America Latina arriva un messaggio forte e chiaro. Nel difendere il diritto alla terra e all’agricoltura, Maxima è stata insignita del premio Goldman 2016 per l’Ambiente, considerato universalmente il Nobel dell’ecologia che ogni anno viene assegnato agli eroi ambientali dalla Fondazione Goldman Environmental. Un premio al coraggio ma anche alla caparbietà con cui la contadina – che non sa né leggere né scrivere – ha saputo difendere i terreni che coltiva da sempre, davanti alle pretese di un colosso minerario locale che di quel campo voleva fare una base per l’estrazione dell’oro. La miniera avrebbe danneggiato irrimediabilmente l’ecosistema e il paesaggio circostante, compreso il lago che la contadina utilizza per l’irrigazione dei campi, destinato a trasformarsi in una discarica di rifiuti tossici, in un paese la cui economia è fondata sull’agricoltura e la terra.


La sua storia di coraggio e tenacia ha ricordato a molti una vicenda analoga di qualche settimana fa di cui è stata protagonista un’altra “attivista” peruviana, Berta Caceres, che nel 2015 aveva ricevuto lo stesso riconoscimento per aver promosso una campagna di protesta contro un grande costruttore di impianti idroelettrici che avrebbe danneggiato l’ambiente e le risorse rurali. Un impegno che nel Paese aveva suscitato grande clamore, culminato però con l’assassinio di Berta il 6 marzo scorso.

Maxima Acuña ha ricevuto il premio scandendo un messaggio semplice e diretto, lontano dalla retorica che siamo abituati ad ascoltare durante le premiazioni. “Chiedo solo di vivere tranquilla coltivando il mio terreno e che non contaminino la mia acqua”, ha dichiarato Maxima, ricevendo il premio a San Francisco.

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