Potrebbe essere la prima donna Premier della storia italiana: Marta Cartabia è nella rosa dei possibili presidenti alla guida di un nuovo governo. È nata a San Giorgio su Legnano, un comune della città metropolitana di Milano, il 14 maggio 1963 e si è laureata con lode in Giurisprudenza nel 1987. Dopo l’attività di ricerca e insegnamento in Italia e all’estero, ha svolto incarichi di direzione in diverse riviste di settore nazionali e internazionali. Nel 2011 è stata nominata giudice della Corte Costituzionale dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: è stata la terza donna in assoluto ad essere nominata ed è tra i giudici più giovani. Nel 2014 è diventata vicepresidente della Corte Costituzionale. È anche Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.
Nel curriculum della donna che potrebbe mettere d’accordo M5S e Pd per la scelta del nuovo governo, figurano tuttavia anche non poche ombre. Marta Cartabia in passato è stata molto vicina agli ambienti di Comunione e liberazione e non risulta che abbia abbandonato le schiere cielline.

Appena tre anni fa, Repubblica la dipingeva come «campioncina della cielle classica», mentre è del 28 giugno 2011 l’articolo, a firma della stessa Cartabia, in cui la giudice si schiera apertamente contro il matrimonio gay e le adozioni per le persone dello stesso sesso. (leggi qui) Nella sua analisi per Il Sussidiario.net, Marta Cartabia parla di “matrimonio a ogni costo” e sulla svolta laica nell’America di Obama, puntualizza: “Chi scrive non esulta di fronte a questa decisione”. All’epoca era nel totonomi come possibile ministro degli Esteri del mai nato governo Cottarelli, ma in tanti la dipingevano come inesperta di affari esteri, con un curriculum tutto sommato non memorabile.
Oltre alle sue posizioni conservatrici sui diritti lgbtq, Cartabia sarebbe anche contraria all’eutanasia e alla proposta di legge sostenuta dal M5S e dalle sinistre, ma bloccata in parlamento a causa della contrarietà della Lega e del centro destra. Ora, in occasione del dibattito sul totonomi per la guida del futuro governo, i laici mettono in guardia dal rischio di un’ulteriore svolta conservatrice con l’eventuale premier Cartabia. Nulla a che vedere, insomma, con un’altra giudice, al centro del dibattito politico negli Usa: Ruth Bader Ginsburg a 80 anni è un’icona pop delle nuove generazioni d’Oltreoceano, un simbolo contro le ingiustizie di un’America sempre più maschilista.