A giudicare dalle donazioni fatte finora ai candidati democratici per le primarie in vista delle presidenziali statunitensi del 2020, Bernie Sanders sembrerebbe senza rivali. Il senatore del Vermont ha raccolto 5,9 milioni di dollari da 225.000 donatori solo nelle 24 ore successive alla sua candidatura ufficiale. Prima di lui, il miglior inizio nella raccolta fondi era stato della senatrice Kamala Harris, che si è candidata tre mesi fa, con 1,5 milioni di dollari da 38.000 donatori nelle prime 24 ore. Al fianco di Sanders c’è quella base molto solida che nel 2016 gli ha permesso di sfiorare la nomination contro Hillary Clinton.
Il dato sulle donazioni è solo uno dei segnali che misurano l’enorme entusiasmo che sta crescendo intorno all’esponente dell’ala radical, appartenente più alla New Left americana che non alla tradizione liberal del Partito Democratico. Oggi, la candidatura di Sanders non rappresenta una sorpresa, ma una possibilità credibile e realizzabile.

Bernie “il rosso” ha avuto l’innegabile capicità di mettere al centro dell’agenda temi che mai erano entrati nel dibattito politico degli Stati Uniti. Sanders parla di assistenza sanitaria per tutti, accelerando la Obamacare, di aumento dei salari minimi, della necessità di introdurre una revisione delle tasse per il college e l’università, andando verso il modello europeo dell’università pubblica. Il senatore propone un sistema di fiscalità progressivo e promette di impegnarsi nella lotta ai cambiamenti climatici.
La nuova coscienza green che sta crescendo negli Stati Uniti ha la sua eroina: si chiama Alexandria Ocasio-Cortez ed è una deputata che è stata capace di spostare da sola l’attenzione sui temi ambientali. Il suo “Green New Deal” continua a raccogliere consensi, ma anche molti fondi e militanti.
Per i suoi detrattori, Bernie Sanders è troppo radicale, troppo socialista per poter puntare alla Casa Bianca. Forse, è solo semplicemente un uomo di sinistra e i progressisti americani hanno capito che le elezioni non si vincono più al centro, ma rafforzando un messaggio identitario e coerente, in America come altrove.
«Tre anni fa quando portammo avanti la nostra agenda progressista ci dissero che le nostre idee erano ‘radicali’ ed ‘estreme’. Ebbene, tre anni sono passati e queste politiche sono sostenute più che mai dalla maggioranza degli americani», ha detto il senatore nel suo messaggio con cui ha ufficializzato la candidatura alle primarie dem.
Secondo un sondaggio di Gallup, meno della metà dei giovani americani si dichiara affascinata dal capitalismo. L’istruzione di qualità alla portata di tutti, i diritti sociali e civili sono temi che finalmente entrano nel dibattito quotidiano d’Oltreoceano.
Quella americana è la sinistra del futuro?