È stato adottato dall’Unione europea l’1 luglio per consentire i viaggi, ma le regole interne variano in ogni Paese. Dalla Francia alla Germania, ecco cosa cambia.

Il certificato verde è l’arma che l’Europa ha introdotto contro la variante Delta del Covid 19. Adottato dall’Unione europea l’1 luglio per consentire i viaggi oltre confine, ogni Paese ha deciso misure differenti, tra chi – come l’Italia – lo ha reso obbligatorio per accedere in diversi luoghi pubblici ed altri che hanno optato per linee più “morbide”. Ufficialmente per l’Unione si chiama Certificato digitale COVID-19. Green Pass invece è il nome usato in Italia. Una differenza importante tra il Pass italiano e quello europeo è sul numero di dosi di vaccino necessarie: in Italia ne basta una, per il Certificato europeo serve aver completato il ciclo.

In Italia, il pass è scaricabile dall’app Io o cliccando sulla mail ricevuta dopo la vaccinazione, oppure può essere stampato nelle farmacie abilitate. Il certificato può essere richiesto anche da chi è guarito dal Covid o ha effettuato un test molecolare o antigenico o salivare (con esito negativo) nelle 48 ore precedenti. Dallo scorso 6 agosto, le regole sul Green Pass prevedono che sia necessario per accedere ai locali al chiuso, alle palestre, nei cinema, teatri, musei e stadi. Dal 1° settembre, serve anche sui trasporti a lunga percorrenza ed è richiesto al personale scolastico e agli studenti universitari. Ma come viene utilizzato invece negli altri Paesi europei?

In Francia, il Passe Sanitaire si ottiene dopo una settimana dalla seconda dose di vaccino. Il Green Pass italiano può essere usato anche in Francia dai cittadini italiani in vacanza, ma secondo le regole francesi, pertanto serve la seconda dose. Le regole sono molto rigide: il pass serve per accedere a musei, cinema, teatri, parchi divertimento, bar e ristoranti (sia all’aperto che al chiuso) e per viaggiare su treni e bus a lunga percorrenza o sui voli interni. Dal 30 settembre, inoltre, verrà richiesto a tutti a partire dai 12 anni.

In Germania e Spagna, non esiste un obbligo nazionale, ma la scelta è delle singole regioni.

In Spagna, nella regione autonoma della Catalogna, serve per partecipare agli eventi con più di 500 persone, mentre le regole più stringenti sono in vigore solo nella comunità autonoma della Galizia, nel nord-ovest del Paese, dove il Certificato serve per accedere a bar, ristoranti e locali notturni. Questa misura era stata scelta anche dai governi delle isole Canarie e delle comunità autonome della Cantabria e della Andalusia, ma le loro proposte sono state bocciate dai rispettivi tribunali locali. Tutte le regole attualmente in vigore in Spagna sono consultabili sul sito ufficiale del governo: travelsafe.spain.info/it

In Germania, a Berlino il Certificato è necessario per andare in palestra o cenare al chiuso, mentre in altri stati federati tedeschi non ci sono obblighi di questo tipo.

In Austria, il Certificato è obbligatorio per accedere a musei, ristoranti, luoghi di cultura, hotel, impianti sportivi e centri benessere.

In Danimarca, primo Paese ad introdurlo, il Coronapas è in vigore già da aprile e viene richiesto per entrare nei ristoranti, al bar, per andare dal parrucchiere o in palestra e per assistere a partite di calcio con più di 2mila spettatori.

Nei Paesi Bassi non è obbligatorio avere il Certificato per accedere ai locali, ma è necessario per partecipare a grandi eventi.

In Portogallo è obbligatorio per accedere a hotel, palestre, eventi culturali e sportivi, e anche per andare al ristorante in 60 comuni, tra i quali Lisbona e Porto.

In Irlanda serve per accedere a ristoranti, pub e bar.

In Grecia serve per mangiare nei ristoranti al chiuso, ma le strutture si dividono in tre categorie: quelli che ammettono solo persone con certificato di vaccinazione, quelli che accettano anche un test negativo e quelli che garantiscono che tutti i dipendenti siano stati vaccinati.

Il Certificato serve per mangiare nei ristoranti al chiuso, anche nelle repubbliche baltiche di Estonia, Lituania e Lettonia.

Malta lo richiede per entrare nel Paese, in alternativa alla quarantena.

Fuori dall’Ue, il sistema del pass è attivo anche in Svizzera, Norvegia, Islanda e Stato del Vaticano.

 


Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 16 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..