Nella giornata della vittoria contro il nazismo, Vladimir Putin ha accusato la Nato: “L’Occidente preparava l’invasione. Evitare la guerra globale. Combattiamo contro la feccia nazista”. La risposta di Zelensky: Putin è come Hitler.

Sulla piazza Rossa c’erano 11mila militari e 131 mezzi, compresi i soldati arrivati dal Donbass. La parata per il Giorno della Vittoria sui nazisti è stata l’occasione in cui Putin ha pronunciato l’attesissimo discorso alla nazione, e al mondo, a 75 giorni dall’invasione dell’Ucraina. I toni del leader russo sono stati duri contro la Nato e l’Occidente, ma non vi è stata la temuta escalation della tensione. Era presente anche il patriarca Kirill, massima autorità della Chiesa ortodossa russa.

Putin ha detto: “Non ascoltati dall’Alleanza Atlantica sulle garanzie di sicurezza, l’Occidente preparava l’invasione. Evitare la guerra globale”. E così ha esortato i soldati: “Combattete per la sicurezza della patria, combattete per la nostra gente nel Donbass”. Ha tuonato contro gli Stati Uniti: “Loro umiliano, ma noi siamo diversi. Una delegazione di veterani americani della Seconda guerra mondiale” avrebbe voluto venire a Mosca” per partecipare alle celebrazioni per la sconfitta del nazismo, “ma è stato loro vietato” di farlo.

Putin © Corriere.it

In un messaggio inviato ai leader delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk ha detto di combattere contro la “feccia nazista. E come nel 1945, vinceremo”. La replica del presidente ucraino Volodymyr Zelensky non si è fatta attendere: “La Russia ha dimenticato tutto ciò che era importante per i vincitori della seconda guerra mondiale”. E ieri, in un nuovo video, ha annunciato per Kiev “due giorni della Vittoria” e ha paragonato Putin a Hitler.