Dopo il tentativo di rivolta del gruppo di mercenari, lunedì Putin ha decretato la fine della Wagner, ma ha teso la mano ai miliziani: “Con me o l’esilio”. Cosa succederà adesso?
La Redazione
Non sono ancora chiare né le dinamiche né tanto meno le conseguenze della fallita rivolta del gruppo paramilitare di mercenari Wagner, tentata in Russia fra venerdì e sabato scorsi. Fino a pochi giorni fa, era la milizia autonoma più potente e meglio addestrata delle forze militari russe nella guerra in Ucraina. Il gruppo, guidato dal suo capo Yevgeny Prigozhin, ha dato un contributo molto significativo all’invasione russa, portando a casa l’unica vera vittoria militare contro Kiev, ovvero la presa di Bakhmut.
Lunedì, nel primo discorso alla nazione (registrato) dopo la resa di Prigozhin, la rabbia di Vladimir Putin era evidente, ma il presidente russo ha voluto tendere una mano ai miliziani della Wagner, troppo importanti per la guerra in Ucraina. Putin ha definito «patriota» la maggioranza «dei combattenti e dei comandanti, eroi che hanno combattuto a Bakhmut», e ha offerto la possibilità di tornare a casa, firmare con l’esercito russo o trasferirsi in Bielorussia dove si stanno allestendo insediamenti per il gruppo di mercenari.

La rivolta fallita
Tra venerdì e sabato, i soldati del gruppo Wagner si sono radunati in massa nei pressi di Rostov, una grossa città russa nel sud del Paese, che conta circa un milione di abitanti. Da qui è partita la brevissima rivolta armata di Prigozhin e del suo gruppo mercenario, durata circa 24 ore. I convogli militari avrebbero dovuto marciare verso nord in direzione di Mosca, ma l’accordo con il governo russo ha posto fine alla rivolta. Gli scontri tra gli eserciti, in realtà, non ci sono mai stati perché i militari di Wagner di fatto non hanno incontrato alcuna resistenza.
Cosa accadrà ora?
Secondo tutti gli analisti internazionali, al momento le conseguenze nella politica interna di Mosca sono imprevedibili. Molto dipenderà da quel che accadrà realmente ai miliziani del gruppo Wagner: una volta sciolto, quali (e quanti) dei suoi membri saranno assorbiti dall’esercito regolare e quanti andranno in Bielorussia? E per Prigozhin, Putin deciderà di applicare il ‘metodo Navalny‘, come molti analisti prevedono?
L’offensiva ucraina
Tre settimane fa l’esercito ucraino ha iniziato una controffensiva attesa da mesi, ma finora i successi militari sono stati molto limitati. Kiev non è riuscita a sfondare in nessun punto le linee difensive della Russia e negli ultimi giorni, nonostante il caos causato dalla rivolta di Wagner, ha annunciato la riconquista di un solo territorio, il paese di Krasnohorivka, nella periferia orientale di Donetsk.