Hassan è il nuovo premier: è nella lista nera dell’Onu per terrorismo, come altri ministri. Nessuna donna nell’esecutivo. Proteste a Herat: morti e feriti. Donne in piazza a Kabul: «Non staremo in silenzio».

Il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid ha annunciato martedì a Kabul i componenti del nuovo governo ad interim dell’Afghanistan. L’esecutivo è solo provvisorio, ma l’impianto è evidente: nessuna donna e alcuni terroristi ricercati a livello internazionale. Mohammad Hasan Akhund, attualmente nella lista dei terroristi internazionali compilata dall’ONU, è il nuovo capo del governo, mentre Abdul Ghani Baradar, noto come uno dei principali leader del gruppo, è il suo vice. Sirajuddin Haqqani è il nuovo ministro dell’Interno: è uno dei criminali più ricercati dall’FBI e su di lui il dipartimento di Stato americano ha messo una taglia da 10 milioni di dollari. Ministro della Difesa è Mohammad Yaqoob, figlio del Mullah Omar, storico fondatore dei talebani e primo leader del gruppo.

Mentre ad Herat gli ospedali locali segnalano almeno 2 morti e 8 feriti nelle proteste, a Kabul le donne sono scese di nuovo piazza: «Non staremo in silenzio, non siamo più quelle di trent’anni fa, mai più sottomesse», hanno gridato in tante. I cortei delle ultime ore sono lo specchio di una società afghana profondamente cambiata in questi 20 anni, i talebani appaiono sorpresi dall’energia e dalla forza delle donne e reagiscono arrestando e sparando in aria.

I talebani controllano tutto il Paese

Il Panjshir era l’ultima provincia che i talebani ancora non controllavano. Dopo alcuni giorni di combattimenti piuttosto intensi però la regione è stata espugnata e lunedì in una conferenza stampa a Kabul Zabihullah Mujahid, il portavoce dei talebani, ha detto che «con questa vittoria, il nostro Paese è del tutto fuori dal pantano della guerra» e ha assicurato agli abitanti della provincia che i loro diritti saranno rispettati.
I ribelli del Panjshir hanno perso la loro capitale ma continuano a combattere nelle altre città minori, ma le possibilità di riconquistare la regione, senza aiuti esterni, sono molto basse. Massoud, il leader dei ribelli, tramite i social media ha inviato un appello a tutti gli afghani a ribellarsi contro il regime e ha anche condannato la comunità internazionale, che anziché aiutare la resistenza afghana, sta fornendo «legittimità politica» al regime talebano. (Foto copertina: Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani – Afp)

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