Chiuso il sipario sugli spot, i selfie e gli autografi leghisti dai funerali di Genova, restano gli atti parlamentari. Chi ha salvato e favorito davvero i Benetton e la società Autostrade per l’Italia che gestisce il tratto che attraversa Genova? Se lo chiedono in tanti in queste ore e lo chiedono soprattutto i parenti delle vittime del crollo del Ponte Morandi. Il disastro che ha causato 43 vittime e quasi 600 sfollati chiama in causa tutti coloro che hanno governato negli ultimi anni, ma soprattutto chi ha rinnovato le concessioni e chi non ha vigilato come avrebbe dovuto. Gli unici che oggi si chiamano totalmente fuori sono il M5S – che non ha mai governato prima dell’esecutivo Conte – e la sinistra radicale che non ha fatto parte degli ultimi governi a guida Pd.

Chi, in queste ore, lancia accuse e invettive contro la famiglia Benetton, dopo averla favorita, è però l’attuale ministro dell’Interno. Nel 2008 Matteo Salvini ha votato il cosiddetto “Salva Benetton”, il decreto del governo Berlusconi che ha concesso condizioni estremamente vantaggiose ai concessionari di Autostrade. Era il 21 maggio 2008 e il titolo Atlantia, della cui galassia fa parte Aspi, volava a Piazza Affari, le azioni erano schizzate ai massimi da 5 anni perché la norma dava il via libera all’aumento delle tariffe autostradali. A fine giornata Atlantia aveva totalizzato un +7,6% a Piazza Affari.
Così andarono le votazioni: 195 no del Pd e 27 dell’Udc, contro i 225 sì del Pdl e i 50 della Lega Nord.

Il IV governo Berlusconi, appena insediato, cancellò inoltre quella norma voluta dal governo Prodi che legava gli utili agli investimenti per la messa in sicurezza

La convenzione Stato-Autostrade fu rinnovata dunque dal governo Pdl-Lega, sopprimendo dal testo originario vincoli e obblighi per il concessionario.
Le opposizioni votarono contro e l’allora leader de L’Italia dei Valori Antonio di Pietro dai banchi di Montecitorio denunciava, inascoltato: “Non si può far sì che l’Anas decida da sola a chi dare in concessione un bene dello Stato”.

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Matteo Salvini ha così ammesso il suo voto favorevole: “Sì, è vero, è stato sicuramente un errore, ma da parte di chi ha governato per anni e anni e ha firmato e verificato le concessioni, un buon silenzio sarebbe opportuno”.
Sui governi successivi a guida Pd, le accuse sono per l’ex ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio che non avrebbe ascoltato gli appelli degli ingegneri che più volte hanno denunciato le condizioni del ponte genovese, come Antonio Brencich che nel maggio 2016 diceva: “Il ponte Morandi viene di solito indicato come un capolavoro dell’ingegneria, in realtà è l’esempio del fallimento dell’ingegneria”.
A febbraio scorso, l’architetto Ferrazza ha guidato un vertice tra il ministero dei Trasporti e Autostrade per l’Italia che ha prodotto un report sullo stato di corrosione degli stralli, la cui area totale si era ridotta “dal 10 al 20%”.  Delrio ha così risposto alle accuse
: “Dopo il crollo del ponte di Genova sono state dette troppe bugie: da parte dei governi precedenti a guida Pd non c’è stata nessuna proroga delle concessione dal 2038 al 2042 e nessuna secretazione degli atti. (…) Ognuno di noi deve capire il limite dell’azione politica: noi abbiamo fatto un piano infrastrutturale da 130 miliardi, abbiamo aumentato dell’80% le manutenzioni, ma non è detto che si raccolga quello che si semina. Questo rimane un Paese fragile”.

Ora la parola passa ai magistrati della procura di Genova che dovranno chiarire ogni responsabilità.

Ndr. Secondo l’inchiesta de L’Espresso del 20 agosto 2018, Autostrade avrebbe pagato un compenso di 70mila per prestazioni private a uno dei membri della commissione d’inchiesta sul disastro di Genova. Si tratta di Bruno Santoro, 50 anni, ingegnere, tra gli ispettori scelti dal ministro Danilo Toninelli per formare la commissione che da giorni sta conducendo l’inchiesta tecnica e amministrativa sul disastro. Il ministro ha annunciato le verifiche necessarie.




Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 12 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..