Sonorità drum’n’ bass elettroniche ed un testo che parla di inclusione, razzismo e del coraggio di essere se stessi. È un inno al cambiamento il nuovo brano di H.e.r., violinista e cantautrice foggiana con una lunga carriera vissuta sul palco, alternando collaborazioni con i grandi musicisti e progetti da solista. Con Il mondo non cambia mai (prodotto da Gianni Testa per Joseba Publishing) oggi H.e.r. è tra i sedici finalisti del concorso Musicultura 2020, in cui torna a 19 anni di distanza, dopo un lungo percorso musicale e una transizione di genere avvenuto nel 2004. Erma Pia Castriota ha fatto della ricerca e della continua sperimentazione la sua forza, collaborando con nomi del calibro di Franco Battiato, Morrisey, Enzo Avitabile, Enrico Ruggeri, Teresa De Sio. L’abbiamo vista a teatro accanto al regista Luciano Melchionna e in numerose altre produzioni. Noi l’abbiamo incontrata (per ora virtualmente), in attesa di poterla ascoltare dal vivo, quando anche la musica, finalmente, ripartirà.

Il mondo non cambia mai canti nel tuo ultimo singolo. Eppure l’emergenza che stiamo vivendo sta cambiando la vita di tutti noi. Cosa pensi che succederà dopo? Saremo diversi? E il mondo sarà diverso questa volta?
Il mondo è in trasformazione e non so a cosa ci porterà! Gli scenari sono tanti e la prospettiva è ancora vaga…sicuramente provati! Magari più umani…questo sì! Per forza di cose.

In questo brano parli di razzismo, omofobia, sentimenti ancora purtroppo molto presenti. Qual è secondo te l’antidoto per superarli e costruire un’Italia più inclusiva?
Il mio brano parla spietatamente della difficoltà che qualsiasi persona vive nella “non inclusione”. Magari deve faticare il doppio facendo sforzi enormi per aver gli stessi diritti, ma lo faccio nell’ambito di una canzone pop… ecco: la leggerezza come micro-arma che può varcare una strada più grande! Piccoli sforzi collettivi innazitutto scaturiti dall’impegno. Forse questa pausa potrà illumirarci tutti. Io parlo ovviamente anche della mia esperienza di vita: il mio cambio di identità di genere ha avuto un suo prezzo. Sicuramenre ho dovuto dimostrare molto rispetto ad altri e anche questa è una piccola sconfitta. Spero che un pò tutti estendano in futuro la loro “confort-zone” perché la non inclusività sarà solo un atto superfluo in un post emergenza di questa portata.

Nel 2004 hai vissuto un importante percorso di transizione nella tua vita. È stato difficile essere una musicista transessuale?
Non credo che la mia condizione di musicista abbia avuto ripercussioni negative rispetto al mio essere Transgender. Sono molto stimata nell’ambiente e ho sempre lavorato ma, sicuramente, se parliamo di mainstream come cantautrice, ovviamente, pochi sono stati quelli che hanno voluto rischiare. In primis la televisione quando, dopo il mio Premio Recanati (ora Musicultura) nel 2001 con Sanremo Giovani non se la sentì di portarmi in televisione in prima serata…. forse non erano pronti!

Oggi si parla molto di gender fluid soprattutto tra i più giovani e la cultura queer è stata sdoganata nel mainstream, dalla moda al cinema. Secondo una recente indagine, il 2,3% dei ragazzi si considera transgender o non binario. Pensi che le nuove generazioni abbiano meno pregiudizi? Insomma, possiamo essere ottimisti sul futuro?
Le cose adesso sono cambiate ma forse andrebbero approfondite. Ci stiamo fermando forse solo all’apparenza. Militare nell’androginia all’epoca significava anche ibridarsi con varie discipline filosofiche, artistiche oltre al fatto di prendere una valanga di minacce al giorno! ahahhhh… comunque meglio adesso sicuramente! I giovani mi ispirano fiducia rispetto ai vecchi tromboni reazionari di un tempo! Trovo importante lo scontro generazionale e le battaglie ci portano sempre altrove rispetto a dove siamo.

Sei finalista a Musicultura 2020. Cosa ti aspetti da quel palco che già conosci piuttosto bene avendo già partecipato nel 2001. Eri ancora un ragazzo. Che ricordo hai di quell’edizione?
Musicultura 2020 per me è già una vittoria visto che sono tra i finalisti, sono nel disco ufficiale con una canzone importante. Non ricordo granché di quella edizione… o meglio, ho dimenticato molte cose del mio passato perchè oltre ai premi c’erano anche tanti conflitti nella mia esistenza: quelli con me stessa (i peggiori). Ora affronto le cose con un atteggiamento completamente diverso forse anche grazie all’esperienza di vita e di mestiere (ops …ma non sto ragionando troppo da vecchia? ahhhahah).

Per la musica è un momento particolarmente difficile perché sarà probabilmente l’ultimo settore a riaprire. Come vivi questo momento, questa lunga e lenta attesa?
Da quando è esploso il dramma Covid19 la mia vita in casa non è stata poi così malaccio: ho creato una pagina facebook con delle stories soft horror con le mie bambole ( cercate AGATHA / Pampino Cattivo), poi ho cominciato la promozione del singolo “Il mondo non cambia mai”. Spero di avere sempre tante cose da fare… ristudio un pò di musica classica, faccio live… ma il problema è a lungo termine ed è lo specchio di una legislatura che ancora una volta non contempla l’essenza dell’Italia: l’Arte. Oltre ai limiti imposti per gli assembramenti (non capisco allora il perchè delle aperture di alcune altre attività nella fase 2), lo Stato ha avuto delle falle pregresse sia a livello previdenziale che organizzativo rispetto alla categoria dello spettacolo, tutto questo dovrà forse costringerci ad un grande periodo di pausa. Del resto lo spettacolo si nutre di pubblico, no? Non trovo alternative… Forse Live a pagamento, quello sì. Ma questo non supplisce alla grave mancanza dello Stato.

Qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri? Finita l’emergenza, come e dove potremo ascoltarti?
Finita l’emergenza spero di essere in promozione con il disco (che è già pronto) e poi magari nel 2021 anche in tour a teatro con Rocco Siffredi in “Autentico” per la regia di Luciano Melchionna. È uno spettacolo che doveva debuttare a maggio di quest’anno… sono ottimista!

 

Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 12 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..