L’ex presidente di sinistra Lula ha battuto l’estrema destra dell’uscente Jair Bolsonaro al ballottaggio, con il 50,8% dei voti. Esplode la festa: caroselli e cortei in tutte le grandi città del Brasile.

Luiz Inácio Lula da Silva, candidato della sinistra e già presidente dal 2003 al 2011, ha vinto le elezioni presidenziali in Brasile. Soltanto un punto percentuale separa i due storici avversari: 50,8% contro 49,1% di Bolsonaro, meno di due milioni di voti di differenza. Il presidente uscente Bolsonaro tuttavia non scompare: resta il leader di un’opposizione fortissima al Congresso, dove Lula non ha la maggioranza e sarà costretto a continue mediazioni politiche.

Lula ha 77 anni ed è storicamente un simbolo della sinistra sudamericana e mondiale. Dopo alcuni scandali e una condanna per corruzione che aveva portato al suo arresto con 580 giorni scontati in carcere, la Corte suprema ha annullato tutti i quattro processi, ripristinando i diritti politici dell’ex presidente. Così, è tornato in campo.

Lula ha parlato dopo la chiusura dello spoglio: «Hanno cercato di seppellirmi vivo» ma «ho avuto un processo di resurrezione nella politica brasiliana. Sono qui per governare il Paese in un momento molto difficile, ma riusciremo a trovare le risposte». Lula ha promesso «un salario giusto e libertà religiose» e «di porre fine alla fame, ancora una volta». E una democrazia «reale, concreta, con crescita economica ripartita in tutta la popolazione perché così la democrazia deve funzionare, non per perpetuare le diseguaglianze». Contro le posizioni negazioniste sul clima di Bolsonaro, Lula ha promesso: «Oggi il Brasile è tornato, è pronto a riprendere il protagonismo nella lotta per l’ambiente e contro il cambiamento climatico e lotteremo per la deforestazione zero dell’Amazzonia».

Foto via Facebook

La sconfitta di Bolsonaro

Il presidente uscente Jair Bolsonaro è stato il primo premier di estrema destra del Brasile. Durante il suo controverso mandato, si è scagliato contro le donne, gli omosessuali e le minoranze, ha reso più flessibile il possesso di armi, ha negato l’esistenza di un emergenza climatica e ha difeso le posizioni negazioniste e antiscientifiche sul Covid-19.
Durante il suo Governo, sono andati distrutti almeno 8 mila e 500 chilometri quadrati di Foresta Amazzonica ogni anno, mentre oltre 680 mila persone sono morte di Covid-19.