“Sorry We Missed You” già lo scorso maggio aveva conquistato la stampa internazionale al Festival di Cannes. Ora finalmente è anche nelle sale italiane, dal 2 gennaio. Il cinema di Ken Loach ci porta, ancora una volta, negli interstizi della società britannica con la storia di una famiglia ai tempi delle app per gli acquisti on line, ultima frontiera del capitalismo via web.

Rick ed Abby sono una coppia con due figli che vive a Newcastle e la crisi immobiliare ha duramente provato Rick. Dopo una serie di impieghi precari, decide di tentare una nuova avventura professionale nell’ambito della logistica.

Ken Loach a Cannes

Abby lavora come operatrice nell’assistenza domiciliare, portando un poco di umanità e calore alle persone che assiste. Il nuovo impiego da rider autonomo di Rick si rivela però un incubo e la sua vita diventa lo specchio della società britannica (e non solo) di oggi, scandita da algoritmi e piattaforme dove conta solo la velocità. Il punto di resistenza non esiste, il lavoro divora e frantuma le vite. Per consegnare e monetizzare nulla è contemplato, come la malattia, le crisi individuali, le emergenze familiari.

Il film di Ken Loach è un pugno allo stomaco di eccezionale verità. “Sorry We Missed You” è senza risposte, non propone rimedi o soluzioni preconfezionate. Non c’è retorica, nè lacrime facili, ma neanche speranze, almeno apparenti. Lascia però interrogativi su un futuro non scritto, in cui tutto forse è da ricostruire. Il miglior Ken Loach è tornato.

Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 12 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..