Salgono i contagi, ma i reparti reggono grazie ai vaccinati: le terapie intensive sono occupate al 4%. Ieri 36 morti, un anno fa erano oltre 650. Rischiano la zona gialla 3 regioni: Friuli, Calabria e Marche.
Mentre la curva epidemiologica cresce (ieri, domenica 14 novembre, sono stati 7.569 i nuovi casi), l’Italia resta, insieme alla Spagna e al Portogallo, uno dei Paesi con i migliori dati, grazie al numero alto di vaccinati (ha completato il ciclo il 75,2% degli italiani, pari al 83,8% degli over 12). A fronte dell’aumento di casi da Cov19, i ricoveri restano ben al di sotto della soglia critica. Così come i decessi: se un anno fa (senza l’attuale variante Delta) i morti erano oltre 650 in un giorno, ieri sono stati 36, un dato in diminuzione per il terzo giorno consecutivo.
Il quadro a cui si guarda con maggior attenzione è quello delle terapie intensive: la soglia dei 3.000 posti occupati fa scattare misure più severe in tutta Italia. Ad oggi, però, in rianimazione sono 458 i posti occupati, pari al 4% (+5 nell’ultima giornata). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono invece 3.647 (+50 nelle ultime 24 ore).
La norma in vigore decreta il passaggio da zona bianca a zona gialla con l’incidenza settimanale oltre 50 casi su 100mila abitanti, il 10% dei posti occupati in terapia intensiva e il 15% in area medica.
La Regione che sta peggio è il Friuli Venezia Giulia con 233 casi settimanali su 100mila abitanti e il 10,9% di posti occupati in terapia intensiva. Sotto la soglia è soltanto l’area medica con il 9,9%. I dati così alti sono spinti dai focolai esplosi a Trieste, città diventata simbolo delle proteste NoVax. La regione andrà in zona gialla probabilmente nelle prossime settimane.
Rischiano anche la Calabria e le Marche, con 88,1 casi, il 10% dei posti occupati in terapia intensiva, ma il 7,2% in area medica.
Molto critica è la situazione della Provincia autonoma di Bolzano: 316,3 casi, il 13,6% di posti occupati in area medica, terapie intensive al 6,3%.
La Lombardia ha il 56,8 casi settimanali, 6,4% di posti occupati in area medica e il 2,9% in terapia intensiva. Il Lazio ha 89,7 casi e l’8,3% di area medica.
Soltanto quattro regioni (Basilicata, Puglia, Sardegna e Molise) sono sotto i 50 casi.
Mentre alcune regioni rischiano di entrare in fascia gialla, il governo spinge sulla campagna vaccinale. Nelle prossime ore potrebbe firmare il provvedimento per rendere obbligatoria per i sanitari anche la terza dose, che invece è già partita per fragili e over 60. Per gli over 40, sarà possibile fare il richiamo dal 1° dicembre, ma dopo 6 mesi dalla seconda dose.
Nell’attuale situazione sanitaria appare scontata una proroga dello stato di emergenza. Nuove regole sono in arrivo sul Green Pass che avrà probabilmente una validità di sei mesi dall’ultima dose e non dodici come avviene adesso, mentre per il momento è esclusa l’ipotesi di rilascio del certificato solo ai vaccinati, escludendo così i tamponi. (Foto copertina: M.Jorjoson – Unsplash)