Con una sentenza attesa e contestatissima, la Corte Suprema statunitense ha eliminato il diritto all’aborto a livello nazionale. Ora decideranno i singoli stati. Proteste in tutto il Paese. Biden:«Un giorno triste per l’America».
La Corte Suprema, lo scorso venerdì 24 giugno, ha deliberato con 6 voti a favore e 3 contrari. Determinanti sono stati i giudici nominati da Trump, poco prima della fine del suo mandato. Il diritto all’aborto, dunque, non è più garantito a livello nazionale. Dal Texas alla Louisiana, sette stati Usa hanno già bandito l’aborto subito dopo la decisione della Corte, altri sette lo faranno nei prossimi 30 giorni: si tratta di Stati a guida repubblicana che avevano già varato restrizioni durissime ma sono in tutto 26 quelli in cui l’aborto potrebbe essere bandito per sempre.
Per Biden: «Questo è un giorno triste per l’America. Ora la palla passa al Congresso». Secondo il presidente degli Stati Uniti la scelta della Corte Suprema mette a rischio «la salute e le vite delle donne nel Paese».

Le proteste
Subito dopo la sentenza, le proteste sono scoppiate in tutto il Paese, da New York a Boston, Miami Los Angeles ed anche in Texas.
Il governatore della California – appena emessa la sentenza – ha firmato invece una legge per costituire uno “scudo protettivo” per chi interrompe la gravidanza. E molte grandi aziende americane si sono dette pronte a coprire le spese di viaggio necessarie ai loro dipendenti per andare ad abortire, se il diritto è loro negato nello Stato di residenza. Tra le prime ad esprimersi Disney, Apple, Alphabet, JPMorgan Chase, Meta e Bank of America.