La famiglia è quel luogo dove sentirsi accettati, al riparo dalle paure e dai pericoli esterni. Tutti siamo cresciuti con questa idea di famiglia, chi attraverso l’esperienza personale e chi sognandola, perché di famiglia non ne aveva davvero una. In Italia il concetto di famiglia si è radicato in un senso di intolleranza lungi dallo scomparire. Tolleranza che è la stessa che ci viene offerta in televisione, nei giornali e sul web. È l’intolleranza di Salvini, di Gasparri e di tutte quelle persone che predicano a favore di una famiglia tradizionale il cui concetto è ben chiaro agli italiani: “La donna deve essere sottomessa”. Queste parole, frutto della mente di Adinolfi, rispecchiano quella che è un’incoerenza di pensiero ed una intolleranza nei confronti di chi accetta altre possibilità, di chi intravede nel pallido grigio delle idee maschiliste un po’ di colore in più. Intolleranza che è la stessa evidenziata nei confronti dei musulmani e della loro idea di famiglia, di chi è convinto che la donna sia sempre relegata al ruolo domestico e nessuno abbia il diritto di obiettare contro il volere del padre. Questa intolleranza, che è soprattutto incoerenza di pensiero,  è la stessa offerta dal family day, che potrà pure venerare il valore sacrosanto della famiglia, ma ripudia qualsiasi altra forma di amore genitoriale. Ma rinnegando altre forme di genitorialità il concetto di famiglia si sgretola e perde valore.

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Si sa che ogni cosa necessita di una seconda alternativa per funzionare correttamente. Tutti siamo liberi di professare le nostre idee, nessuno vieterà mai l’idea di una famiglia scomposta nei ruoli, dove l’uomo è il capogruppo cruciale di un gruppo minoritario. Ciò che in realtà vogliamo, noi etero, bisessuali, omosessuali, lesbiche ma prima di tutto persone, è essere liberi di uscire di casa senza il timore di essere ammazzati, verbalmente e fisicamente, senza quella voce in testa che mi spinge a definirmi sbagliato, un errore di natura, e soprattutto con quella libertà di avere una famiglia che abbia i colori che voglio io. Quali armi abbiamo dunque per portare avanti l’idea di una famiglia senza confini? L’amore. Per vincere l’intolleranza bisogna amare e rispettare l’amore, quello egualitario, quello che non discrimina, quello che desidera ciascuno di noi, perché nessuno è davvero capace di definire il concetto di amore, figuriamoci quello di famiglia”.

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