Domenica in Germania sono stati chiamati alle urne 5,4 milioni di elettori per rinnovare i parlamenti regionali in Sassonia e in Brandeburgo. I sondaggi prevedevano da tempo l’avanzata dell’ultradestra anti immigrati e il possibile sorpasso nei confronti di Cdu e Spd. Nonostante la forte crescita però, l’estrema destra di Alternative für Deutschland ha fallito nel tentativo di diventare il primo partito: in Sassonia vincono i cristiano-democratici (Cdu) della cancelliera Angela Merkel, in calo però di 7,4 punti e in Brandeburgo si confermano i socialdemocratici della Spd con il 27,5% dei voti. L’AfD arriva al 27,5% in Sassonia (con un aumento di 17,8 punti rispetto a 5 anni fa), mentre in Brandeburgo raccoglie il 22,5% dei consensi (con un aumento di 10 punti percentuali).

L’AfD è storicamente forte nei Länder dell’est della Germania: qui, i movimenti populisti hanno saputo catalizzare il malcontento per le condizioni sociali ed economiche diverse rispetto all’ovest. Un anno fa a Chemnitz, una serie di proteste anti-migranti avevano messo a ferro e fuoco la città e sfidato il governo della Merkel.
L’attenzione di queste elezioni era puntata anche sui Verdi, storicamente meno forti nell’Est. Domenica però hanno raccolto il miglior risultato nei due Länder: i Verdi sono al 10,6% in Brandeburgo (erano al 6,2% nel 2014) e all’8,4% in Sassonia (erano al 5,7% nelle precedenti elezioni).
“I risultati nelle elezioni in Sassonia e in Brandeburgo fanno paura. È scioccante che un partito come l’AfD, che è apertamente di destra radicale, antidemocratica e che molto spesso si mostra anche come antisemita, abbia risultati così forti” ha dichiarato infatti Charlotte Knobloch, presidente della comunità israelitica di Monaco, ex presidente del Consiglio centrale ebraico tedesco ed ex vicepresidente del Congresso ebraico europeo.