Il 4 novembre la Camera ha approvato la legge contro l’omi-bi-transfobia e misoginia con 265 voti favorevoli e 193 contrari. Ora il testo passa all’esame del Senato. La legge estende l’articolo 604 bis del codice penale che punisce l’odio razziale con pene fino a 6 anni di reclusione, includendo il reato di omotransfobia, misoginia e abilismo, ma non solo. Il Dl istituisce la giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, ma anche centri antidiscriminazione, case rifugio e riconosce la tutela legale per le vittime. Abbiamo intervistato l’on. Alessandro Zan del Partito Democratico, padre e relatore della legge.
On.Zan perché abbiamo bisogno di una legge contro l’omi-bi-transfobia e misoginia?
Perché non ci possiamo definire un Paese pienamente occidentale senza una legislazione che tuteli le persone più vulnerabili, ossia le donne e la comunità lgbt+, come ci hanno più volte esortato a fare le istituzioni europee. Il report di quest’anno di ILGA-Europe è stato sconfortante e allarmante: l’Italia è agli ultimi posti in Europa (tra Lettonia e Ucraina) per inclusione sociale delle persone lgbt+. Questo è confermato dall’escalation di episodi di violenza che emergono sulla stampa, pestaggi di gruppo contro coppie omosessuali, persone trans scaraventate dalle scale, fino al caso tragico di Caivano, dove una ragazza ventenne ha perso la vita perché innamorata di un ragazzo transgender. Una situazione dovuta al ritardo ultradecennale dell’Italia su una legislazione che contrasti violenze e discriminazioni. È chiaro dunque che lo stato, tramite il Parlamento, deve rispondere colmando questo divario. È una legge che finalmente risponderà alle numerose richieste arrivate dall’Unione Europea di garantire tutela a tutte le persone di questo Paese.
Lei sostiene che questa legge sarà tra le più moderne d’Europa, ci spieghi meglio.
Quello approvato mercoledì 4 novembre alla Camera è un testo avanzato e articolato suddiviso in più parti. È importante sottolineare che durante l’esame in Aula è il provvedimento è stato esteso anche ai crimini legati alla disabilità della vittima. La prima parte, sul piano penale, estende le fattispecie previste dagli art. 604 bis e ter del codice penale (legge Reale-Mancino) ai crimini legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alla disabilità. In sostanza, un’estensione della legge italiana che oggi già punisce i crimini motivati da razzismo, etnia, nazionalità e religione. La seconda riguarda l’istituzione di centri antidiscriminazione e case rifugio per le vittime di omotransfobia, con un finanziamento annuo di 4 milioni di euro: così vogliamo sostenere chi subisce episodi di discriminazione e violenza, ad esempio in famiglia, a scuola o sul posto di lavoro, dando, nei casi più estremi, rifugio e protezione. Infine abbiamo istituito la giornata nazionale contro omotransfobia, che ricorre il 17 maggio, in cui le amministrazioni pubbliche, scuole comprese, potranno organizzare momenti di sensibilizzazione al contrasto delle discriminazioni. Per questo sono convinto che sia un provvedimento ampio, che finalmente potrà traghettare il nostro Paese verso gli Stati più avanzati sul tema dei diritti.
Questa legge non riguarda la propaganda di idee o convinzioni personali.
Lo voglio ripetere: estendiamo a queste nuove fattispecie una legge quarantennale, rodata dal punto di vista giurisprudenziale. Mai prima d’ora si è parlato di legge liberticida. Questa fake news è stata diffusa ad arte da certa opposizione per screditare la legge. Ma il loro teatrino è caduto durante la discussione in Parlamento, quando si sono opposti esclusivamente all’estensione per i reati che riguardano sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere. Infatti gli stessi detrattori hanno votato a favore dell’estensione alla disabilità. È chiaro quindi che si stanno utilizzando i principi della nostra Costituzione in modo indegno per non estendere diritti anche a quelle persone che ancora in Italia non ne hanno. La libertà di espressione non può, in nessun caso, sfociare in incitamento all’odio e alla violenza, non può mai degenerare in un pregiudizio verso l’incolumità e la dignità umana.

Quali sono i passaggi e i tempi previsti dopo l’approvazione alla Camera avvenuta mercoledì scorso?
Dopo l’approvazione alla Camera la legge arriverà in Senato, come prevede in nostro bicameralismo perfetto. Abbiamo lavorato su questo testo per oltre un anno: prima nel gruppo di lavoro formato da deputati e senatori di maggioranza, la cosiddetta “bicameralina”, in cui abbiamo steso il testo base, poi in Commissione Giustizia quindi in aula alla Camera. Mi auguro quindi che al Senato si possa procedere in modo rapido, vista anche la forte convinzione politica sul testo della maggioranza. Il nostro obiettivo è quello di approvare la legge definitivamente entro la prossima primavera, pur essendo molto complicato fare previsioni in un periodo di profonda incertezza come quello in cui viviamo, in cui il Parlamento si è visto impegnato per quasi tutto l’anno alla conversione dei decreti governativi anti-covid.
Dopo le dichiarazioni di Giorgia Meloni, che definisce la sua legge “questa roba”, da qualche giorno sui social è in tendenza #zansiamosicuri, anche Tiziano Ferro è sceso in campo ed insieme a lui tantissimi ragazzi stanno spiegando attraverso storie su instagram perché è necessaria questa legge.
Sì, sono profondamente grato a Tiziano Ferro per aver partecipato a questo progetto, ideato da Paolo Armelli e Quid Media. Voglio anche ringraziare tutte le altre protagoniste e protagonisti del video: partendo dal loro esempio molte persone, di tutte le età, ci hanno messo la faccia, facendo diventare virale il messaggio e dando una spinta dal basso enorme per l’approvazione alla Camera. È stata la migliore risposta a chi, con il solito odioso benaltrismo, cerca di opporsi alla legge e all’estensione dei diritti civili.
Ha mai subito aggressioni omofobe?
Fortunatamente non ho mai subito aggressioni fisiche, sono stato fortunato. Ma da ragazzino ho subito quel bullismo che in tanti e tante ancora subiscono per il proprio orientamento sessuale o per la propria identità di genere, soprattutto a scuola. Vogliamo un futuro in cui questo non possa accadere più.
Qualche giorno fa è diventato virale il video di una ragazza che in lacrime denunciava i suoi vicini di casa per averle bucato le ruote della macchina in quanto lesbica. Ad un certo punto, nel video, questa ragazza chiede “Ditemi voi cosa posso fare”. Questo è solo uno dei tanti episodi nell’escalation di quest’anno, ecco spieghiamo cosa succede praticamente, con una legge. Cosa potrebbe fare questa ragazza?
Invito tutte le persone che abbiano subito discriminazioni, atti di bullismo o violenze per la propria condizione personale comunque a denunciare. L’obiettivo della legge, appena sarà in vigore, è quello da un lato di fornire alle vittime uno strumento efficace di denuncia, e una assistenza legale, psicologica alle vittime di questi crimini odiosi. Mi permetta di esprimere a Camilla tutta la mia solidarietà.