Sono oltre 40 le donne uccise quest’anno, da mariti o compagni: 8 solo ad agosto. Le norme in vigore, come il ‘Codice Rosso’, sono utili ma non sufficienti. Casa (M5S): «Educazione emotiva nelle scuole».

Altre quattro donne uccise in appena 24 ore, oltre 40 dall’inizio del 2021. Vanessa Zappalà è l’ultima vittima di una strage tutta al femminile che non conosce fine. Aveva 26 anni ed è stata uccisa a colpi di pistola sul lungomare di Aci Trezza, domenica sera, mentre passeggiava con gli amici. L’assassino è Antonino Sciuto, che non ha accettato di essere lasciato e che le ha teso un agguato in mezzo alla folla, per poi suicidarsi impiccandosi. Poche ore prima, a Torino, un uomo ha bloccato la sua ex in auto e le ha sparato, ma il proiettile è stato fermato dalla portiera e la donna è scampata così alla morte. Era con la figlia e il nuovo compagno. Braccato dalla polizia, il 31enne si è consegnato. E poi la terribile storia di Carpiano, piccolo centro del Milanese: Salvatore Staltari, 70 anni, ha ucciso con un revolver la compagna Catherine Janis, 41 anni, e la figlia 15enne Stefania, e poi ha rivolto l’arma contro di sé.

Prima di Vanessa e Catherine ci sono state Marilyn, Silvia, Shegushe, Stefania, e poi Tiziana, Ilenia, Piera, Clara e tante altre: l’elenco insanguinato continua ancora.

Per fermare la lunga scia di sangue dei femminicidi, le norme non bastano e la legge sul Codice Rosso, per quanto utile, non è sufficiente. Nel dibattito è interventuto, con una intervista a Today, il giudice in prima linea Valerio de Gioia che ha spiegato così i limiti della legge: «Il Codice Rosso è un ottimo strumento che ha però un presupposto fondamentale: parte da una denuncia di atti persecutori, maltrattamenti o minacce. Il che significa che se la vittima denuncia il meccanismo si attiva immediatamente, la persona viene sentita dalle forze dell’ordine e dal pubblico ministero e può essere chiesa e ottenuta una misura cautelare. In assenza di denunce chi è già vittima di reati spia (reati come minacce, stalking o maltrattamenti, ndr) diventa inutilizzabile: se non c’è denuncia, per esempio, ma solo una segnalazione della Asl su un soggetto con problematiche, ci sono altri canali informativi che non possono però far attivare il Codice Rosso, e questo è il problema che si lega soprattutto agli episodi di questi giorni. È stato un passo avanti significativo, ma resta insufficiente e va potenziato soprattutto per il dopo. Se il provvedimento adottato in via di urgenza non si traduce in una definizione celere del processo i tempi si allungano enormemente e di fatto si lascia la donna sola. La persona che subisce violenza, già traumatizzata, deve presentarsi più volte in udienza, per anni è costretta a raccontare e ricordare quanto ha subito, magari con l’avvocato di controparte che cerca di mettere in luce criticità. Ed è qui che si verifica un fenomeno che in Italia è purtroppo ancora molto frequente: la vittimizzazione secondaria».

Vittoria Casa, M5S

Una buona proposta arriva anche da Vittoria Casa, M5S, presidente della Commissione Cultura alla Camera, che chiede l’introduzione obbligatoria a scuola dell’educazione emotiva. «Ancora una volta il ruolo della scuola è fondamentale. L’educazione emotiva deve diventare obbligatoria ed entrare nei piani dell’offerta formativa fin dall’infanzia. Soltanto così potremo veramente avere un cambiamento culturale. Su questo tema – afferma Casa -, sarà immediato il mio impegno in commissione Cultura».
Basterà?