Un’altra batosta per la Cdu di Angela Merkel. Dopo il voto in Baviera di due settimane fa, si profila un risultato analogo anche nell’Assia tedesca, andata alle urne ieri. Mentre crollano i partiti della Grosse Koalition, continuano a volare i Verdi, guidati nella regione dall’astro nascente Tarek Al-Wazir che li porta al 20%, quasi il doppio rispetto ai consensi del 2013 (11,1%). I cristiano-democratici hanno preso il 27% dei consensi contro il 38,3% del 2013. Male anche i socialdemocratici, dati al 20% dal 30,7 di cinque anni fa. I liberali sono dati al 7% (dal 5%) mentre la Linke al 6,5 (5,2). Avanza anche l’ultradestra di Afd che con il 13% (dal 4,1%) entrerebbe nel Parlamento regionale.

Per il partito della cancelliera è il peggiore risultato degli ultimi 50 anni nella regione di Francoforte. Angela Merkel ha annunciato che non si ricandida alla guida della Cdu, pur restando Cancelliera.

La leader verde Katharina Schulze.

I Grünen tornano così protagonisti in Germania. Una nuova generazione guida la rinascita dei Verdi:0 Katharina Schulze in Baviera e Tarek Al-Wazir nell’Assia sono i nomi simbolo del cambiamento, forze trainanti e promesse per il futuro. Katharina Schulze ha solo 33 anni. Di fronte a una manifestazione di neonazisti, ha mostrato loro il dito medio e l’associazione degli speechwriter di lingua tedesca l’ha premiata come migliore oratore della campagna bavarese. Accanto ai temi tradizionali dei Grünen — diritti civili, energia pulita, integrazione europea — ha dato battaglia sulla politica interna e sulla sicurezza, mostrando il volto più pragmatico e meno ideologico del partito.

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IL VOTO IN BAVIERA

Due domeniche fa, anche la Baviera è andata al voto per rinnovare il governo regionale e i risultati del grande Land tedesco sono stati in linea con le previsioni della vigilia. La Csu ha perso 14 punti rispetto a 4 anni fa, restando però il primo partito con il 37,4%. Il centrodestra paga lo spostamento a destra, soprattutto sul tema immigrazione, voluto dal presidente e ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer. Come indicavano i sondaggi della vigilia, la destra radicale di Alternative für Deutschland è entrata per la prima volta nel Parlamento del Land con il suo 11%. A sinistra, è crollata la Spd che ha visto dimezzare i suoi voti, sprofondando al 9,5%. Anche in Baviera, la vera sorpresa sono stati i Verdi che con il 18% hanno quadruplicato i voti,con una linea pro-immigrazione, europeista, ma contro l’austerity.

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I VERDI IN EUROPA

Che sia verde la via d’uscita alla crisi dell’Europa e della sinistra europea, lo scopriremo alle prossime elezioni di maggio quando i 27 stati membri dell’Ue saranno chiamati a rinnovare il parlamento dell’Unione. La Germania non è l’unico paese con la sinistra più verde che socialdemocratica. In Olanda, alle ultime elezioni di un anno fa, i GroenLinks (GL) hanno triplicato i seggi passando da 4 a 12, con un programma molto di sinistra e un leader – il 30enne Jesse Klaver– definito il “Justin Trudeau” dei Paesi Bassi. L’europarlamentare olandese verde Judith Sargentini, poche settimane fa, è stata al centro dell’attenzione mediatica mondiale. Con il suo report a Strasburgo, ha inchiodato Orban, facendo approvare con 448 voti a favore la procedura contro l’Ungheria per aver violato lo stato di diritto.

I sentimenti ambientalisti del nord Europa trovano tuttavia pochi riscontri nei paesi del Sud, Italia in testa, dove i Verdi stentano a decollare o escono dai Parlamenti, restando sotto le soglie di sbarramento. Le politiche ambientali, come il riscaldamento globale e l’inquinamento, è improbabile che diventino temi centrali nella prossima campagna elettorale di maggio, ma le nuove generazioni appaiono molto più attente che in passato ai temi green. Saranno le formazioni ambientaliste la risposta contro populisti e austerity, nell’Europa di domani? (Foto copertina: Afp)

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