Flop storico dei referendum sulla giustizia: l’affluenza (dato definitivo) è stata per i cinque quesiti del 20,9%, la più bassa nel dopoguerra. Su due quesiti il no ha superato il 40%.
Domenica gli italiani sono stati chiamati alle urne per votare i cinque quesiti referendari proposti dalla Lega, dai radicali e da alcuni consigli regionali (di centrodestra) e sostenuti dall’Unione Camere Penali. Il flop però è stato di portata storica, con l’affluenza più bassa dal dopoguerra. Ha votato infatti solo il 20,9%, nonostante il voto fosse accorpato, in molte città, alle elezioni amministrative.
La sconfitta è sopratutto leghista: il partito di Salvini è stato il grande promotore di questa tornata referendaria. Per il Pd è “una sconfitta senza appello per i promotori, che sono stati bocciati dai loro stessi elettori”.
Matteo Salvini ha comunque ringraziato i dieci milioni di elettori che sono andati al voto: “È nostro dovere continuare a far sentire la loro voce”, ha detto.

I risultati del voto
Quanto ai risultati, su due dei cinque quesiti la vittoria del sì non è schiacciante come si poteva immaginare, con il No oltre il 40%. Il quesito sull’abolizione della legge Severino ha registrato il 54,1% di sì e il 45,9% di no. E quello sulla limitazione della custodia cautelare il 56,2% di sì e il 43,8% di no. Vittoria netta (oltre il 70%) del sì negli altri tre referendum (separazione funzioni dei magistrati; valutazione dei magistrati da parte dei membri laici dei consigli giudiziari ed elezione componenti togati del Csm).