L’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di Sanità è il più aggiornato (e incoraggiante): con il ciclo completo, i vaccini proteggono dal contagio all’88,5%, da terapie intensive e decessi dal 97% fino al 100%.
Rispetto ai dati relativi agli ultimi 30 giorni sul coronavirus in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità ha redatto l’ultimo rapporto, il più aggiornato, e i dati sull’efficacia dei vaccini non lasciano dubbi: vaccinarsi è l’unica arma per proteggerci dal Covid e dalle sue varianti.
In Italia, ad oggi, sono state somministrate 61 milioni di dosi: il 43% ha completato il ciclo vaccianale e il 57,1% ha ricevuto almeno una dose. Numeri importanti, sebbene non ancora sufficienti, che ci permettono però di tracciare un quadro ponderato sulla differenza tra chi è vaccinato e chi ancora non lo è. Lo studio, c’è da dire che non tiene in conto di «comorbidità» dei pazienti, ovvero le patologie che potrebbero moltiplicare il rischio.
Il report divide gli italiani in quattro fasce di età: 12-39, 40-59, 60-79 e over 80.
(Fonte: Iss)
• Per quanto riguarda l’infezione, ovvero il contagio da Covid 19, l’efficacia complessiva della vaccinazione «è superiore al 70% con ciclo incompleto» ed è «superiore all’88% per i vaccinati con ciclo completo».
• Per i ricoveri ordinari l’efficacia sale «all’ 80,8% con ciclo incompleto» e «al 94,6% con ciclo completo», con il valore più alto nella fascia 40-59 anni.
• Nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva «è pari all’88,1% con ciclo incompleto e al 97,3% con ciclo completo». La percentuale scende leggermente al 96,9% negli over 80.
• Per quanto riguarda i decessi, «l’efficacia è pari a 79% con ciclo incompleto e al 95,8% con ciclo completo».

La fascia dei più giovani (12-39 anni) ha iniziato da circa un mese con le somministrazioni, è la meno esposta al rischio di morire o stare male, ma la più a rischio circa il contagio, a causa delle maggiori occasioni di socialità soprattutto in questo periodo estivo. I nuovi casi Covid di questo mese infatti sono per l’88,4% tra i non vaccinati di questa fascia di età. Tra i contagiati, solo il 3,4% era vaccinato (con due dosi). Quanto alle ospedalizzazioni, solo lo 0,8% aveva completato il ciclo vaccinale. Nessun morto o ricoverato in terapia intensiva, invece, è stato registrato tra i vaccinati.
È necessario specificare che il fatto che il virus continui a circolare tra i più giovani con numeri importanti, sebbene con pochi casi gravi o letali, aumenta il rischio che possano sorgere nuove varianti ed espone ad un alto rischio i pazienti più anziani con altre morbosità (anche se vaccinati). Ecco perché tutti i governi stanno accelerando sulle vaccinazioni anche tra chi ha meno di 39 anni.
Anche in questa fascia di età la differenza tra vaccinati e non vaccinati è fondamentale.
Quanto al contagio (senza ricovero), tra i casi covid di questo ultimo mese, solo il 9% aveva completato il ciclo vaccinale (il 19% aveva ricevuto una solsa dose).
Il 95,7% dei pazienti in terapia intensiva non era stato vaccinato.
In questa fascia d’età si registra il dato migliore sull’efficacia dei vaccini nei ricoveri ordinari: il 97,4%.
Quanto alla letalità, solo il 2% dei positivi deceduti aveva ricevuto le due dosi, ma come si è già detto, il report non tiene in conto delle comorbosità, cioè altre malattie che aumentano i rischi legati al Covid.
Tra i casi Covid dell’ultimo mese relativamente alla fascia di età tra 60 e 79 anni, solo il 18,2% aveva completato il ciclo vaccinale prima di contagiarsi. Percentuale che crolla al 3% per chi è finito in terapia intensiva (il 71,2% era privo di copertura). Quanto ai decessi, il 73,1% non era vaccinato e solo il 5,6% aveva concluso il ciclo.
La differenza tra vaccinati e non vaccinati anche tra gli anziani è molto alta. Il divario cala nei ricoveri per le degenze ordinarie: il 49,9% dei ricoverati non era vaccinato. Quanto alle terapie intensive, la vaccinazione completa copre al 96,9% gli over 80 e, sui decessi, solo il 24% era vaccinato (almeno con una dose) mentre il 65,9% non lo era. Tra gli over 80, la percentuale di protezione del vaccino contro il rischio di morte sale al 97,2% con il ciclo vaccinale completo.
I dati sono stati così commentati dal presidente dell’Iss Silvio Brusaferro: “Questi dati, che confermano quelli di diversi studi internazionali, evidenziano che i vaccini di cui disponiamo sono estremamente efficaci nel prevenire le forme gravi della malattia, se viene completato il ciclo vaccinale, mentre hanno una buona efficacia nella prevenzione delle infezioni. È necessario quindi accelerare il più possibile nella campagna vaccinale, e allo stesso tempo mantenere le misure di distanziamento e protezione indicate dagli esperti finché non si sarà raggiunta una copertura sufficiente”.