Ha cambiato l’Italia, restando sempre in minoranza. A 86 anni è morto Marco Pannella, dopo un giorno di ricovero. Con lui se ne va un pezzo fondamentale della politica italiana. Simbolo di battaglie per i diritti civili, per l’obiezione di coscienza antimilitarista, per l’antiproibizionismo, per l’aborto, per il diritto all’eutanasia. Per tutta la sua vita, Marco Pannella è stato considerato un eretico, un rivoluzionario che ha saputo cambiare l’Italia pur non governando mai. Deputato dal 1976 al ’92 e fondatore del Partito radicale, a Pannella si devono due delle più importanti conquiste civili del dopoguerra: il divorzio e il diritto delle donne ad abortire fuori dalla clandestinità.
Pannella nasce nel 1930 a Teramo, laureato nel ’55 in Giurisprudenza all’Universita di Urbino, l’anno dopo è tra i fondatori del Partito radicale con il gruppo del Mondo: Rossi, Valiani, Scalfari, Pannunzio. Lavora in Belgio in una fabbrica di scarpe; è corrispondente del quotidiano Il Giorno. Nel 1968 si fa arrestare a Sofia per aver protestato contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia.
Poi arriva la “battaglia per il divorzio“. Finalmente nel 1970 la legge “Fortuna-Baslini” dal nome dei due promotori, viene approvata con i voti di comunisti, socialisti e liberali. Quattro anni dopo il leader radicale contribuisce in maniera determinante alla vittoria del No al referendum contro il divorzio promosso dalle forze cattoliche: una sconfitta clamorosa per la Democrazia Cristiana.
Nel 1977 il Parlamento approva la legge che depenalizza l’interruzione di gravidanza. Al referendum, l’area cattolica – che ne vorrebbe il divieto totale – viene sconfitta e la legge rimane quella approvata in Parlamento.
Gli anni 80 sono gli anni della campagna per Enzo Tortora, della lotta contro la fame nel mondo, del partito transnazionale, delle candidature controverse di Toni Negri, di Domenico Modugno e della pornostar Ilona Staller, Cicciolina. Nel ’94 non viene eletto. Tenta poi un avvicinamento politico a Silvio Berlusconi, e negli anni successivi la Lista radicale e la Rosa nel pugno non ottengono i risultati sperati.
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Dai primi anni del 2000, per Marco Pannella inizia un lento declino politico che non ferma però le battaglie che, con i compagni radicali, continua a portare avanti: quella per i diritti delle persone lgbtq, per il matrimonio gay, per l’eutanasia, il testamento biologico, per i diritti dei detenuti, per la legalizzazione delle droghe leggere.
Una storia di libertà e battaglie che ha cambiato per sempre l’Italia.
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