È il 5 luglio del 2006 e, pochi giorni dopo, l’Italia vincerà ai rigori i mondiali di calcio contro la Francia. Chi non ricorda la testata di Zinedine Zidane contro l’azzurro Materazzi?
Pochi giorni prima, in un garage trasformato in laboratorio tessile abusivo perdono la vita in un incendio Annamaria Mercadante, di 49 anni e Giovanna Curcio, appena quindicenne. Siamo a Montesano sulla Marcellana, centro di circa 7.000 anime in provincia di Salerno. Annamaria e Giovanna cucivano materassi, lavorando in nero. La prima per due euro l’ora e Giovanna – perché più giovane- per appena 1,50€.
La loro morte fu il classico caso di cronaca nera made in Sud: qualche dichiarazione da parte delle istituzioni – l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano condannò duramente l’accaduto – e poi, il silenzio. Il datore di lavoro, Biagio Maceri, arrestato dopo nove mesi di latitanza, condannato a otto anni di carcere, per il fisco è un nullatenente e non ha risarcito nessuno. Il suo laboratorio, attivo da almeno sei anni, era completamente abusivo e si trovava al pian terreno di un edificio in cui era ospitata anche una scuola. Al suo interno materiale estremamente infiammabile accatastato alla rinfusa ostruiva qualunque via di fuga. Bastò un banale cortocircuito di una ciabatta elettrica per innescare un inferno domato solo dopo ore.
“Due Euro l’ora”, opera prima di Andrea D’Ambrosio, che con Donata Carelli ha firmato la sceneggiatura, è un film liberamente ispirato alla vicenda di Annamaria e Giovanna. È una pellicola in cui si racconta la piaga del sommerso, il dramma del caporalato, l’omertà che uccide. Prodotto da Enzo Porcelli per Achab Film in collaborazione con MIBACT e RAICINEMA, ha trionfato nella sezione nuove proposte del Bari International Film Festival, portando a casa il premio come Miglior regia ad Andrea D’Ambrosio e Miglior attrice a Chiara Baffi. Nel cast anche Peppe Servillo, che veste i panni del datore di lavoro e la giovanissima Alessandra Mascarucci al suo debutto.
L’INTERVISTA | ANDREA D’AMBROSIO E DONATA CARELLI
Il film racconta la storia di due donne che cercano, attraverso il lavoro, un riscatto della loro condizione sociale. È possibile riscattarsi per due euro l’ora?
Donata: È possibile riscattare la propria vita e tentare di dare corpo ai propri sogni attraverso il lavoro. Ma se il lavoro non c’è, non c’è vita e non c’è dignità e si finisce per essere vittime di datori di lavoro spregiudicati poiché sanno che, sbattuta la porta, non c’è alternativa. Il film era stato scritto dopo aver letto sul giornale della tragica fine di Giovanna Curcio e Annamaria Mercadante a Montesano, ma da subito abbiamo pensato che il film dovesse raccontare non solo la loro ma tutte le storie di donne sfruttate, sottopagate.
Oggi più che mai, in effetti, questo film suona attuale.
Donata: È vero, negli anni le tragedie si sono moltiplicate: nel 2011 a Barletta morirono cinque operaie e la figlia quattordicenne del titolare di una maglieria, tutti senza contratto. L’anno scorso, a San Giorgio Jonico, muore Paola mentre raccoglie acini d’uva a due euro l’ora. Una scia di dolore che si ripete e che lascia il sapore acre dell’ingiustizia sociale reiterata. Certo un film non può risolvere ma aiuta a tenere il riflettore sempre acceso, a fare in modo che si parli di ingiustizie simili.
Avete girato in Irpinia, a Montemarano, un paese estraneo alla tragedia. Ci sono state resistenze da parte a Montesano?
Andrea: Ho provato a girare in quei luoghi ma mi hanno solo fatto perdere tempo. Alla fine abbiamo optato per l’Irpinia. Giovanna e Annamaria andrebbero ricordate ogni giorno e non dimenticate: l’episodio che è accaduto anni fa è ancora una ferita aperta.
Una delle scene più emblematiche è quella dei carabinieri che irrompono nel seminterrato per una perquisizione, fanno la voce grossa e finiscono per accettare un caffè dal proprietario. È un atto d’accusa verso le istituzioni?
Andrea: Sì, è vero è una scena emblematica. Racconta l’indifferenza di chi doveva controllare e non lo ha fatto. Ovviamente non ho nulla contro i carabinieri, ma in questa storia ci sono molte lacune molti buchi istituzionali. Possibile che in un paese in cui tutti sanno tutto, nessuna sapeva di questo laboratorio?
(In foto: Peppe Servillo e Andrea D’Ambrosio)
Durante la stesura avete conosciuto le famiglie di Annamaria e Giovanna?
Donata: La famiglia di Giovanna ha visto il film e nel dolore sono contenti che si continui a parlare della triste morte della figlia. Ma la storia è solo liberamente ispirata a quella di Giovanna ed Annamaria: il film racconta una storia universale. Siamo stati mossi da due fattori: il primo dato dal fatto che si parla spesso di sfruttamento degli stranieri dimenticando che certe realtà non vanno etichettate ma semplicemente combattute. E poi il dato anagrafico: una donna matura ed una ragazzina che avrebbe dovuto essere a scuola. Quando Andrea mi mostrò l’articolo di cronaca, un particolare tra tutti mi restò impresso: le avevano trovate abbracciate. Ho rivisto l’abbraccio dei due corpi di Pompei, ho pensato a Musil che diceva che nel linguaggio dell’amore, l’abbraccio silenzioso è la forma più alta. Ecco, quell’abbraccio ha messo in moto la storia.
In Parlamento è al palo la nuova legge contro il caporalato. Secondo te c’è davvero voglia di sconfiggere questa piaga?
Donata: Non ho dubbi che ci sia la volontà, spero che i tempi si velocizzino ma il Paese deve fare ancora una lunga strada innanzitutto dal punto di vista culturale. Abito in un territorio, quello pontino della provincia di Latina, dove sempre più spesso, fortunatamente, si denuncia lo sfruttamento dei lavoratori stranieri, per lo più indiani. Nella mente di molti però si è diffusa l’idea che questo accada solo nei confronti degli immigrati mentre le nuove soglie di povertà si spingono per tutti al confine di un livellamento generale verso il basso. Ecco perché anche in temi come quello del caporalato e del lavoro insicuro e sottopagato il fronte deve sempre essere unico, italiani e non, senza barriere di alcun genere. La dignità dell’uomo non ha bandiera.
Durante il processo Biagio Maceri ha dichiarato che al Sud è una consuetudine il lavoro in nero. Che aria avete respirato durante le riprese? Secondo voi c’è più rassegnazione o voglia di rivincita?
Andrea: Ormai la rassegnazione la fa da padrona. È triste constatare che il nero ormai è una forma di sopravvivenza non solo al sud ma nell’intero Paese. Non c’è più molta differenza tra ciò che è legale e ciò che è illegale. La piaga del lavoro nero resterà ancora per molto purtroppo un problema irrisolto.
In paese regnava l’omertà per coprire Maceri e la sua Bimaltex, azienda totalmente abusiva. C’è anche chi ha dichiarato “almeno con lui si lavorava”. Due euro l’ora è un film che chiude la porta a qualunque speranza, a qualunque via d’uscita?
Donata: No, “Due euro l’ora” è un film di denuncia su quanto accade ma non chiude mai la porta alla speranza di un riscatto in vita, non solo nella memoria.
Il film racconta con grande delicatezza il rapporto tra la giovanissima Giovanna e Annamaria, migliori amiche anche nella realtà. Sembra quasi di intravedere in loro la forza di andare avanti grazie alla solidarietà femminile. Secondo te perché nessuna è riuscita a salvare l’altra?
Donata: Perché se non hai tu stessa, tra le mani, la salvezza per te, come puoi regalarla a qualcun altro? Ma questo le nostre due protagoniste non lo sanno, il grande cronista Igor Man scriveva che si muore sempre con un senso di incredulità. Queste due donne vivono la loro vita come possono, regalandosi le piccole gioie del quotidiano, senza perdere la capacità di innamorarsi. Quello che abbiamo cercato di fare è stato raccontare una storia difficile ma con leggerezza e ironia, perché la leggerezza non è inconsistenza ma è la capacità di non farsi sopraffare dalla vita.
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“DUE EURO L’ORA” NELLE SALE
“Due euro l’ora”, ecco la programmazione nelle sale:
MILANO – Cinema Beltrade dal 12 per due settimane
ROMA – Cinema Madison dal 19 al 25 maggio
NAPOLI – Cinema Delle Palme dal 12 al 18 maggio
RIMINI – Cinema Le Befane dal 12 al 18 maggio
AVELLINO – Cinema Partenio dal 12 al 15 maggio
SALERNO – Cinema San Demetrio dal 12 al 15 maggio
COSENZA – Cinema Citrigno dal 12 al 18 maggio
CATANIA – Cinema Paradiso dal 12 al 18 maggio
LIONI (AV) – Cinema Nuovo dal 12 al 15 maggio
TREVIGNANO ROMANO (RM) – Cinema Palma dal 12 al 15 maggio
SALA CONSILINA (SA) – Cinema Adriano dal 12 al 18 maggio
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Due euro l’ora: Trailer – clicca qui
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