L’Oscar 2020 è sud coreano. Parasite è la vera sorpresa della notte degli Oscar 2020 e porta a casa le statuette più pesanti della serata: quelle per miglior film e miglior regia (di Bong Joon-ho) oltre ai premi come miglior sceneggiatura originale e miglior film straniero. È la prima volta nella storia degli Oscar che un film straniero vince la statuetta più ambita. Parasite batte così la maestosa prova di Sam Mendes in 1917, ultrafavorito alla vigilia della cerimonia in entrambe le categorie, ma anche Martin Scorsese.

1917, il film di guerra di Mendes ha vinto tre premi Oscar “minori” (miglior sonoro, miglior fotografia e migliori effetti speciali) mentre Joker, C’era una volta… a Hollywood e Le Mans ’66 – La grande sfida ne hanno vinti due ciascuno. I quattro premi per la recitazione – attore e attrice, protagonista e non protagonista – sono andati a quattro film diversi: Joaquin Phoenix per Joker, Renée Zellweger per Judy, Brad Pitt per C’era una volta…a Hollywood e Laura Dern per Storia di un matrimonio. La platea ha riservato al grande regista Martin Scorsese una delle poche standing ovation, ma l’Academy gli ha negato le statuette: nessun premio per lui, né per i giganti del suo film, Al Pacino e Joe Pesci.
Tra le star, Jane Fonda ha optato per la sostenibilità: ha indossato un abito di Elie Saab già scelto per il red carpet del Festival di Cannes nel 2014, e un cappotto rosso, quello con cui è stata arrestata per aver manifestato davanti alla Casa Bianca, contro i cambiamenti climatici. La star ha anche scelto gioielli Pomellato, “in quanto è l’unica azienda che utilizza oro raccolto eticamente e responsabilmente, utilizzando anche diamanti sostenibili”, come ha spiegato sui suoi profili social.

Durante lo show, le star si sono limitate a pronunciare brevi discorsi di ringraziamento, senza riservare particolari sorprese. Con tre eccezioni. Brad Pitt ha attaccato Donald Trump: «Mi hanno detto che avevo solo 45 secondi qui, 45 secondi in più di quanto il Senato ha dato questa settimana a John Bolton», ha detto l’attore, riferendosi al Senato a maggioranza repubblicana che ha bloccato la testimonianza di Bolton, ex Consigliere per la sicurezza nazionale, nel corso del processo per l’impeachment del presidente Donald Trump. Joaquin Phoenix ha ricordato il fratello River, scomparso per overdose 26 anni fa, per poi parlare di temi più generali: «Ho pensato molto a questi problemi difficili che dobbiamo fronteggiare collettivamente. E penso che talvolta pensiamo di impegnarci per cause diverse. Ma io vedo un tratto comune. Ogni volta che parliamo di ineguaglianza tra i generi o di razzismo o di diritti degli LGBT o degli indigeni o degli animali, noi stiamo parlando di una lotta contro l’ingiustizia».
Renée, invece, ha parlato degli «eroi» americani: un elenco lungo, da Bob Dylan ai vigili del fuoco, fino a «Judy», Judy Garland. Tutti hanno in comune la capacità «di unire», «di includere», quella che ha reso grande l’America, un tema caro all’America liberal e progressista hollywoodiana.
Miglior film: Parasite
Migliore regia: Bong Joon-Ho per Parasite
Miglior attore protagonista: Joaquin Phoenix per Joker
Migliore attrice protagonista: Renee Zellweger per Judy
Migliore attrice non protagonista: Laura Dern per Storia di un matrimonio
Miglior attore non protagonista: Brad Pitt per C’era una volta a… Hollywood
Migliore sceneggiatura originale: Parasite
Migliore sceneggiatura non originale: Jojo Rabbit
Migliore fotografia: Roger Deakins per 1917
Miglior montaggio: Le Mans ’66 – La grande sfida
Miglior scenografia: C’era una volta a… Hollywood
Migliori costumi: Piccole donne
Migliore colonna sonora originale: Joker
Migliore canzone originale: Rocketman
Migliore trucco e acconciatura: Bombshell
Miglior sonoro: 1917
Miglior montaggio sonoro: Le Mans ’66 – La grande sfida
Migliori effetti speciali: 1917
Migliore film d’animazione: Toy Story 4
Miglior film straniero: Parasite
Miglior documentario: American factory