Doveva essere una grande battaglia di libertà che avrebbe dato all’Italia una legge attesa da 30 anni. Chiesta più volte dall’Europa e da alcuni milioni di italiani. Dopo il voto al Senato, le unioni civili probabilmente saranno legge nei prossimi giorni dopo che anche la Camera si sarà espressa. Ma qual è il risultato e a quale prezzo?
Il ddl Cirinnà su cui da due anni hanno costruito l’accordo Pd, Sel e M5S è naufragato dopo la scelta dei pentastellati di non votare il supercanguro, poi definitivamente fatto fuori dal presidente del Senato Piero Grasso perché ritenuto inammissibile. Nonostante i ripetuti inviti dei 5 Stelle e Sel a votare in Senato il ddl Cirinnà, con i 500 emendamenti in gran parte proposti dalla Lega e dallo stesso Pd, Matteo Renzi ha preferito chiudere in poche ore l’accordo con Alfano e blindarlo con il voto di fiducia.
Così l’auspicata legge si è trasformata in una storia di accuse tra leader e partiti, ricatti, menzogne. E tanti insulti e offese, che in questi mesi abbiamo letto ed ascoltato dalla stampa e dai parlamentari di destra e di centro alle persone e ai militanti lgbt. L’ultima, di pochi giorni fa: per Alfano “abbiamo impedito una rivoluzione contro natura“. A pagarne il prezzo è, ancora una volta, chi sperava in una buona legge che tutelasse le unioni civili e i diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. Ma la speranza ha lasciato il posto alla delusione e alla rabbia.
Il premier Renzi ha ufficialmente ceduto alle richieste – da molti definite ricatti – di Angelino Alfano, ministro dell’Interno dell’Ncd. Molto grave, gridano in tanti, è il fatto che il primo a dare l’annuncio dell’accordo ai giornalisti sia stato Pietro Parolin, segretario di Stato della Città del Vaticano. Dopo di lui è uscito il senatore del Pd Andrea Marcucci che ha confermato l’accordo di governo. La fiducia al Governo e, quindi al disegno di legge, è stata approvata con 173 voti a favore e 71 contrari (il M5S è uscito dall’aula al momento del voto). Ma come cambia realmente il disegno di legge?
Via la stepchild adoption. E via il cosiddetto “obbligo di fedeltà” che serve a distinguere le unioni civili dal matrimonio. Resta l’articolo riguardante il cognome dei coniugi e il mantenimento in caso di cessazione dell’unione. Viene prevista la separazione ‘lampo’, da fare davanti all’ufficiale di stato civile.
LA RABBIA IN PIAZZA. E SUL WEB
In pochi hanno festeggiato all’annuncio del premier. Ma le associazioni e i militanti lgbt hanno duramente criticato il testo della nuova legge. La rabbia è esplosa in piazza a pochi metri dal Senato dove, seduti per terra, hanno bloccato il traffico. Cartelli e slogan duri contro Renzi e il governo. “Vergogna!”, “tradimento”, “non ci rappresentate”. La presidente di Famiglie Arcobaleno, Marilena Grassadonia, definisce la legge che sta per nascere “irricevibile: nel 2016 pensare che uno Stato in Europa possa fare una legge sulle unioni civili senza garantire i diritti dei bambini è inconcepibile”.
Lo stralco della stepchild adoption è il punto più criticato. Ma desta rabbia e preoccuopazione anche l’eliminazione dell’obbligo di fedeltà definito da molti “umiliante perché si vuole certificare che in qualche modo le relazioni omosessuali valgano meno delle altre”. “Crea famiglie di serie A e famiglie di serie B”. E Vladimir Luxuria mette in guardia: “Attenzione: togliere la fedeltà dalle #unionicivili è compromettere la stabilità alla base delle decisioni dei tribunali sui figli rainbow”.
Ed è andata molto male al premier Renzi: il suo tweet in cui annunciava entusiasta l’accordo raggiunto non è piaciuto agli utenti. Sono stati in tanti a commentare con parole molto dure. “Buffone! Hai svenduto i nostri diritti! Hai perso tutto oggi!”. “Abbi almeno la decenza di tacere”. “Sta per nascere la peggiore legge sulle unioni civili del mondo. Da mediocri nascono leggi mediocri”.
Intanto sulle adozioni, il senatore Zanda del Pd ha annunciato la presentazione di una proposta di legge (da approvare entro la fine della legislatura) sulle adozioni: per reintrodurre la stepchild adoption e aprire le adozioni ai single. Ma sono in pochi a crederci: “ancora, solo promesse”.
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