L’Ue contesta ancora una volta all’Italia la violazione plateale degli impegni di risanamento delle sue finanze. Sulla Manovra è una bocciatura senza precedenti, quella arrivata sul tavolo del governo Conte. I motivi formali sono l’aumento eccessivo della spesa per finanziare il reddito di cittadinanza e la riforma pensionistica e un disimpegno dal processo di ridimensionamento del debito pubblico. L’Europa ammette che la spesa possa aumentare massimo dello 0,1% sui settori dell’Istruzione, sanità e pensioni. Si tratta delle cosiddette “Spese primarie”, invece la Manovra italiana annuncia “un tasso nominale di crescita della spesa pubblica primaria netta del 2,7%”. Per Bruxelles, l’impatto sui conti nazionali sarebbe pari addirittura allo 0,8% del Pil.

Il debito italiano è pari al 130% della ricchezza nazionale, mentre il tetto massimo ammesso dall’Ue è del 60% rispetto al Pil.

Il Regolamento Ue numero 473 del 2013 prevede che prima ancora di presentare un progetto di bilancio all’esame delle autorità europee, qualsiasi governo dell’Ue deve ottenere l’approvazione di un “ente indipendente” nazionale ed ora la Manovra italiana manca di una certificazione di qualità.

Intanto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il testo del decreto fiscale, dopo la bollinatura della Ragioneria, che ha spaccato gli alleati di governo e contiene tra le altre cose il condono sulle tasse non versate negli anni passati.

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COSA RISCHIA L’ITALIA

Le prossime tre settimane saranno all’insegna del “confronto” e del “dialogo” tra Roma e la Commissione europea, che ha bocciato il Documento programmatico di bilancio italiano chiedendo di modificarlo entro il 13 novembre. Ma se il governo Conte proseguisse sulla sua strada non ascoltando gli appelli dell’Ue, si aprirà la strada a una procedura di infrazione, che può sfociare in sanzioni fino a un massimo di 9 miliardi, e alla possibile perdita di accesso al programma di acquisto di titoli di Stato della Bce.

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Poi ci sono le conseguenze indirette. Per comprare titoli di Stato di un Paese sotto procedura di infrazione gli investitori chiedono ovviamente rendimenti più alti. Se la situazione sui mercati precipitasse, la procedura di infrazione precluderebbe all’Italia l’accesso all’ultima rete di sicurezza disponibile nell’Eurozona come il piano Omt, annunciato da Mario Draghi nel 2012 e mai utilizzato, che prevede acquisti illimitati di titoli da parte della Bce per aiutare Stati in grave difficoltà di finanziamento. Inoltre se le maggiori agenzie di rating (S&P, Moody’s, Fitch e Dbrs) tagliassero il merito di credito dell’Italia sotto il livello investment grade, l’Eurotower non potrebbe l’anno prossimo continuare ad acquistare i nostri Bot e Btp reinvestendo i proventi dei titoli in scadenza.

Una prospettiva piuttosto allarmante per le casse del nostro paese.

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Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 12 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..