Le vere cause e i motivi che hanno portato alla crisi tra il governo filo-occidentale di Kiev e Vladimir Putin, che potrebbe culminare in una guerra tra Ucraina e Russia.
Più di centomila soldati russi sono ancora alle porte dell’Ucraina, mentre la maxi-esercitazione militare lanciata da Mosca nel Mar Nero muove 30 navi da Sebastopoli e Novorossijsk per «difendere la costa della penisola di Crimea, le basi del Mar Nero e il settore economico del Paese da possibili minacce militari». Dall’altra parte, sul fronte americano, migliaia di truppe Usa sono state inviate nelle ultime settimane in Polonia e Romania e da dicembre la portaerei americana Harry Truman è impegnata in manovre nel Mediterraneo, che nell’ultima settimana si sono spostate nell’Adriatico per esercitazioni congiunte con gli Alleati.
Mentre continuano senza sosta gli sforzi diplomatici, la guerra ad oggi sembra un po’ più lontana ma il rischio che il conflitto possa assumere dimensioni devastanti resta molto alto e come ha avvertito il presidente americano Joe Biden, «quando gli americani e la Russia iniziano a spararsi, è una guerra mondiale».
I due fronti
Al centro del conflitto c’è il braccio di ferro tra Kiev da un lato, con il presidente filo-europeo Volodymyr Zelensky intenzionato ad entrare nell’orbita di Nato e Ue, con al fianco i paesi europei e gli Stati Uniti, e Mosca dall’altro, con il presidente russo Vladimir Putin, forte dell’appoggio della Cina e della regione ucraina ma filo-russa del Donbass delle Repubbliche secessioniste.
Le origini del conflitto
Le radici del conflitto risalgono al 2014 quando il popolo ucraino ha cacciato l’allora presidente filo-russo Viktor Yanukovich, instaurando un governo ad interim filo-europeo non riconosciuto da Mosca. La risposta di Putin è stata annettere la penisola di Crimea e appoggiare la rivolta dei separatisti filorussi nel Donbass, regione nel Sud Est del Paese.
Il 7 aprile di quell’anno, è stata proclamata la Repubblica popolare di Donetsk. Appena eletto, il presidente ucraino Pietro Poroschenko ha lanciato un’operazione ‘antiterrorista’ (ATO) per tentare di riprendere le città del Donbass, finite in gran parte in mano ai separatisti. Nel 2015, con la firma degli cosiddetti accordi di Minsk 2, è stato stabilito un cessate il fuoco che non è mai stato davvero rispettato.
Il conflitto, però, ha radici più antiche e profonde. Putin ha sempre ritenuto che il suo Paese abbia un “diritto storico” sull’Ucraina, sin dai tempi dell’Unione sovietica, e ritiene che Russia e Ucraina siano “una sola nazione”.
Perché Putin potrebbe invadere l’Ucraina
Gli interessi di Putin sono molteplici. L’Ucraina vuole entrare nella Nato, che non può però accettare nuovi membri già coinvolti in conflitti. La Russia si oppone alla richiesta di ingresso di Kiev perché vuole mantenere la sua sfera d’influenza nell’area e vuole che la Nato rinunci alle sue attività nell’Est Europa.
Ci sono inoltre due ragioni dietro le ambizioni di Putin in Ucraina: una di carattere economico e la seconda di carattere culturale.
Gli interessi economici chiamano in causa l’enorme ricchezza delle grandi riserve energetiche della zona del Caspio. L’Ucraina, che è il doppio dell’Italia, si trova strategicamente al confine fra l’ex Unione sovietica e la parte occidentale del Vecchio Continente. Come ricorda l’Ispi dall’Ucraina transita oltre il 37% del gas naturale diretto dalla Russia verso Occidente.
Quanto al piano culturale, oggi le generazioni più giovani spingono l’Ucraina verso l’Europa, e anche l’attuale presidente Volodymyr Zelensky — eletto nel 2019 — è vicino all’Occidente. Francis Fukuyama su American Purpose scrive: «L’Ucraina è una vera democrazia liberale, anche se in difficoltà. La popolazione è libera, in un modo in cui i russi non lo sono. Possono protestare, criticare, mobilizzarsi e votare. Per questo Putin vuole invadere l’Ucraina: la vede come una parte integrante della Russia, ma sopratutto ne teme la democrazia che può proporre un modello ideologico alternativo per il popolo russo».
Il ruolo di Usa e Cina
Gli Stati Uniti sono gli storici nemici della Russia di Putin sin dai tempi della guerra fredda. Biden ha riaffermato «l’impegno degli Stati Uniti per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina».
Anche la Cina sta osservando attentamente la risposta occidentale, mentre valuta la possibilità di reincorporare Taiwan. La vice segretaria agli Esteri Usa, Wendy Shelman, lo ha detto esplicitamente: «se diamo via libera a Putin, stiamo anche consegnando Taiwan a Xi Jinping».
Cosa accadrà e quali sono i possibili scenari?
Putin dice che non invaderà l’Ucraina. Il massiccio schieramento di soldati lungo il confine però indica una situazione opposta. Al momento è difficile prevedere come potrà evolvere il conflitto. La minaccia di sanzioni europee non spaventa Putin ed è possibile nei prossimi giorni una invasione russa dell’Ucraina. In questo scenario, i russi potrebbero occupare una porzione del Paese variabile tra il 15 e il 20%, nella parte Est e Sud. Per poi fermarsi e dividere in due il Paese. La lunga scia di morte e violenze sarebbe inevitabile.