Un’altra notte di scontri e militarizzazione del territorio. Due giorni fa a Melendugno, in provincia di Lecce, sono ripartite le attività nel cantiere del gasdotto Tap – il terzo segmento del Corridoio Gas del Sud che parte dai giacimenti dell’Azerbaigian – con lo spostamento di 42 ulivi da parte della multinazionale del gas. E subito è riesplosa la tensione in una delle zone turistiche più gettonate e amate del Salento. Secondo le ultime autorizzazioni in possesso del sindaco Marco Potì, le attività dovrebbero essere sospese da giugno a settembre, per rispettare la stagione balneare, vera economia della zona. Per Tap, “lo spostamento delle piante è avvenuto nel pieno rispetto delle autorizzazioni rilasciate dagli enti competenti” e il trasferimento è stato ritenuto dai suoi agronomi necessario per “poter accudire e proteggere adeguatamente” le piante. Non è così per gli attivisti e i Comuni coinvolti per i quali si tratta di un atto di forza. Ma al blitz, con decine di camionette e centinaia di agenti, hanno risposto in tanti, inclusi i sindaci della zona. Il sit-in è stato caricato e rimosso dalla Polizia, le manganellate hanno colpito diverse persone e gli attivisti sono stati portati via con la forza.
Protesta il sindaco di Melendugno: “Abbiamo le marine piene di turisti e qui ci sono trecento poliziotti che hanno isolato il paese. Non è possibile che accada una cosa del genere in una notte d’estate in una delle località turistiche più importanti della Puglia”.

La lettera aperta all’Ue di scienziati e artisti contro il Tap
Tutto questo avviene mentre all’Unione Europea arriva una lettera aperta, promossa da 350.org, e rilanciata da Re:Common, dalla rete europea Counter Balance e dalla ong inglese Platform. La petizione è sottoscritta da decine di personalità del mondo scientifico, accademico e dello spettacolo internazionale e chiede a Bruxelles di non sostenere il gasdotto Tap, “che se realizzato distruggerebbe gli obiettivi dell’UE di salvaguardia del clima. Questo – si legge nel documento ufficiale – sanerebbe una contraddizione che vede da un lato i leader europei criticare giustamente la decisione del presidente degli Usa Donald Trump di non onorare l’accordo sottoscritto alla COP21 di Parigi del 2015, mentre allo stesso tempo l’UE muove passi decisivi per realizzare nuovi progetti per sfruttare l’estrazione di combustibili fossili”. La lettera è firmata, tra gli altri, dallo scrittore Erri De Luca, dai climatologi Luca Mercalli e James Hansen, dagli attori Valerio Mastandrea e Mark Ruffalo, dai cantanti Caparezza, 99 Posse, Treble, dagli scrittori e attivisti Naomi Klein e Bill McKibben.