Hanno aderito 100 parlamentari, quasi tutti divorziati. Nulla di nuovo, considerando che uno dei promotori del primo Family Day, nel 2007, si chiamava Silvio Berlusconi. E’ divertente, ma anche piuttosto inquietante leggere la lista dei parlamentari che hanno sostenuto l’evento, pur essendo presenti in piazza solo in piccola parte. Sono quasi tutti divorziati, ma convinti sostenitori della famiglia tradizionale. Come Matteo Salvini, ad esempio: per lui ben due matrimoni nel curriculum con due figli nati da due diverse relazioni. Nel 2015 la rottura con l’ultima moglie e l’annunciato fidanzamento con la soubrette Elisa Isoardi.

Dell’ultimo Family Day di ieri, sabato 20 giugno, abbiamo letto – su magazine e social network – che erano in piazza più di un milione di persone, almeno secondo gli organizzatori. Strano, per una piazza (quella di San Giovanni) che secondo le stime ufficiali ne può contenere al massimo 300 mila. Ma non è stata questa l’unica verità non detta su una manifestazione che aveva ed ha come scopo quello di bloccare il disegno di legge Cirinnà sulle Unioni Civili. Noi, che eravamo in piazza, abbiamo deciso di raccontarvi in 10 punti cosa è stato davvero il Family Day, targato giugno 2015.

1. SONO LONTANI I NUMERI DEL 2007
Ci hanno raccontato che erano oltre un milione. Piuttosto improbabile per una piazza (quella di San Giovanni) che secondo le stime ufficiali ne può contenere al massimo 300 mila. La foto in basso ci dice tutt’altro: la piazza era piena in alcuni tratti, 300 mila è la stima fornita dalla questura. Sono lontani, pare, i tempi del 2007 quando l’intero centro destra e la chiesa, insieme, si erano mobilitati in massa, riempiendo ogni angolo della piazza.

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2. PULLMAN GRATUITI O A PREZZI IPERSCONTATI. CHI HA PAGATO?
Il Consultorio Familiare di Ancona ha proposto pacchetti da 20 a 10 euro, altri hanno inserito buoni pasto o pranzi offerti dalle diocesi. Altri ancora, come la diocesi di Civitale del Friuli ha offerto bus gratuiti per tutti. E così per tanti è arrivata la scampagnata estiva romana a costo zero. Chi sia a pagare non è un mistero: quell’8 per mille alla chiesa cattolica, oltre gli spot televisivi e i facili slogan, è anche questo.

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3. DOVE ERA IL FAMILY DAY NEGLI ANNI DELLO SCANDALO PEDOFILIA?
Se lo sono chiesti in tanti in queste ultime ore. Non sono lontani i tempi e gli anni in cui la chiesa, soprattutto quella americana, veniva travolta dagli scandali pedofilia: centinaia di prelati accusati e condannati, ma sempre difesi dalla curia romana. Neanche le parole di condanna di papa Bergoglio hanno però suscitato reazioni in chi ieri era in piazza. Difendono i bambini e il loro futuro, dicono: ma dove fossero in quegli anni non hanno mai trovato parole per spiegarlo. Mai un corteo, una fiaccolata, un sit in. E la satira, a volte, vale più di mille inchieste.

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4. MARIO ADINOLFI, LA NUOVA ICONA DEGLI ULTRACONSERVATORI
Non si può dire che la coerenza sia il suo forte: si è sposato, ha lasciato moglie e figlia, ha divorziato, e si è risposato in un casinò di Las Vegas. Ed è la nuova icona degli ultracattolici in guerra contro aborto, divorzio e gay.

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5. VOLANTINI, SLOGAN E MENZOGNE
Tra i volantini diffusi in questi giorni in chiese, scuole e bar abbiamo trovato questo flyer. Si tratta di un volantino che stravolge di fatto le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’educazione sessuale di bambini e adolescenti. Il testo mischia fede e scienza, decontestualizza gli inviti dell’OMS a proporre nelle scuole corsi di educazione alla sessualità. Un documento – facilmente scaricabile dal sito dell’OMS – che non promuove la masturbazione infantile, ma sostiene che “la sessualità è insita nella natura umana e che un bambino piccolo scopre i propri organi genitali e scopre che se toccati gli organi genitali producono piacere”. Eppure la propaganda sessuofobica non conosce limiti né decenza.

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6. LA TEORIA GENDER NON ESISTE, ECCO PERCHE’
La teoria del gender dal punto di vista scientifico non esiste. Nessuno, in ambito accademico, parla di teoria del gender. Si tratta però di un’espressione usata dai cattolici più conservatori e dalla destra più reazionaria. Lo scopo è quello di gridare “a lupo a lupo”, bloccare la lotta contro l’omofobia e i diritti delle persone gay, lesbiche e transgender. Uno strumento di propaganda nato per creare consenso intorno a posizioni che in tanti ritengono palesemente sessiste e omofobe. Esistono invece i gender studies che hanno un approccio opposto: parlano di uguaglianza di diritti, di natura omoaffettiva e molto altro. Tutt’altra storia.
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7. LE “REGOLE” DELLA PIAZZA
“Non rispondere ai provocatori che si fingono giornalisti e alle loro domande”. Il silenzio, una regola “consigliata”. Ma non l’unica. Sembrerebbe surreale, ma invece è tutto vero.

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8. LE MENZOGNE SUL DDL CIRINNA’
La guerra dichiarata dal Family Day al disegno di legge Cirinnà è incentrato prevamentemente sulla genitorialità delle coppie gay. Ma il ddl non introduce in alcun modo le adozioni per le coppie gay, né tanto meno la possibilità di accedere alla procreazione assistita o in vitro. Si tratta di una proposta sul modello dei Pacs francesi tedeschi. Dunque, nessuna legalizzazione del matrimonio gay, come è avvenuto in Inghilterra e in Irlanda, di recente. La possibilità di diventare padre è solo per chi sposa un uomo o una donna che hanno già figli, nati da precedenti rapporti. Si tratta soprattutto di una forma di tutela per il minore in caso di morte del genitore biologico.
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9. COMPAGNI DI VIAGGIO: L’IMAM DI CENTOCELLE
I musulmani, anche quelli cosiddetti moderati, sono stati spesso considerati un pericolo dagli ultracattolici. Come non ricordare le invettive di Oriana Fallaci o le grida di allarme di Salvini o di Giorgia Meloni contro il rischio di colonizzazione islamica dell’Occidente. Ma diventano ottimi alleati nelle nuove crociate.
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10. QUELLA PIAZZA DISCARICA DI RIFIUTI
Ecco come si presentava Piazza San Giovanni alle 19.00. Il rispetto dell’ambiente non sembra sia la prerogativa dei manifestanti. Non solo quelle familiari: le tradizione italiche vanno in fondo mantenute.

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