E’ drammatico il bilancio delle vittime e dei feriti della strage di Manchester. Lunedì, al termine del concerto di Ariana Grande un kamikaze si è fatto esplodere causando 22 morti tra cui anche alcuni bambini, la più piccola ne aveva solo otto. 119 sono i feriti, di cui alcuni gravissimi. L’attentatore è Salman Abedi, 23 anni, già noto alla polizia. Da quello che si apprende non avrebbe agito da solo e l’ordigno usato era “potente e sofisticato”. Un suo collega ha raccontato: “Era andato in Libia tre settimane fa ed era tornato da pochi giorni”. Una notizia confermata dal fratello e dal padre che sono stati arrestati ieri a Tripoli. Il fratello di Salman Abedi era a conoscenza del progetto, stava a sua volta preparando un attacco a Tripoli e ha confermato di far parte dell’Isis.  L’attentatore della strage di Manchester, figlio di due ex rifugiati libici scappati nel Regno Unito dal regime di Saddam Hussein e poi rientrati in Libia, era noto ai servizi di sicurezza per i suoi rapporti con Raphael Hostey, un reclutatore di combattenti dello stato islamico. Finora sarebbero otto in tutto le persone nel Regno Unito finite in manette nelle indagini sull’attentato all’arena.

In foto: Salman Abedi, l’attentatore suicida della strage di Manchester.

Media, scontro tra Gb e Usa per la fuga di notizie
Sale la polemica sulla mancata prevenzione e sulla fuga di notizie. L’attentatore britannico di origine libica, secondo il Telegraph, era stato segnalato alle autorità dell’antiterrorismo almeno cinque volte, ma non è stato fermato. Amici, fedeli della moschea, membri della comunità libica e la stessa famiglia si sarebbero rivolti ai servizi per allertarli, ma invano. Intanto le foto dell’ordigno pubblicato dai media americani scatenano la protesta del governo e della stampa britannica che hanno annunciato di bloccare lo scambio di informazioni degli 007 con Washington. La premier Theresa May si è detta molto irritata: “Discuterò con Trump della fuga notizie su attacco a Manchester al vertice Nato di Bruxelles. Dirò chiaramente al presidente Usa che le informazioni di intelligence che vengono condivise dalle agenzie per la sicurezza devono rimanere al sicuro”. Ma da Washington continuano a trapelare notizie: “L’esplosivo è lo stesso utilizzato nelle stragi di Parigi e Bruxelles“, ha detto Mike McCaul, presidente dell’House Homeland Security Committee. Secondo i servizi segreti tedeschi invece Abedi “era stato a Dusseldorf 4 giorni prima dell’attacco”.

La strage di lunedì. La dinamica e le reazioni
Questa la dinamica della tragedia di lunedì: mentre il pubblico composto soprattutto di teenager lasciava la Manchester Arena, impianto da 21mila posti, l’uomo ha azionato il suo ordigno tra la folla, facendosi saltare in aria.

Lo Stato Islamico ha rivendicato la strage nella tarda mattinata di martedì con un comunicato diffuso dall’agenzia di stampa fiancheggiatrice Amaq, ripreso da SITE. Ecco le immagini dell’attentato. 

Manchester martedì era una città blindata. La polizia ha pattugliato fin da subito diverse zone a caccia di possibili complici e fiancheggiatori del terrorista. La Regina Elisabetta II si è rivolta al popolo del Regno Unito per condannare “un atto barbaro” ed esprimere la sua “più profonda solidarietà” a quanti ne sono stati colpiti. La premier britannica Theresa May ha parlato alla nazione da Downing Street, condannando quanto accaduto, con queste parole: “Molti feriti dell’attentato sono in condizioni disperate e stanno lottando tra la vita e la morte. La polizia conosce l’identità dell’attentatore, ma a questo punto delle indagini non possiamo rivelarla. È stato l’attacco più disgustoso e vigliacco, contro persone innocenti e giovani indifesi, con l’obiettivo di fare più vittime possibile. Resta alto l’allarme ed è ritenuto probabile un altro attentato terrorista. Avremo giorni difficili davanti a noi. Ma a Manchester, assieme al peggio, l’umanità ha mostrato anche il suo meglio. I terroristi non vinceranno mai. I nostri valori prevarranno sempre”.