“Serve un nuovo partito, il nuovo Pd. L’organizzazione dovrà cambiare, forse dovrà cambiare tutto e dovremo crederci tutti perché tutti saremo chiamati a dare il nostro contributo”.
Nicola Zingaretti, appena proclamato segretario del Pd dall’Assemblea Nazionale del partito, promette la svolta. Dopo il successo delle primarie, è arrivata la ratifica e poi le nuove nomine: l’ex premier Paolo Gentiloni sarà il presidente del partito, votato a larghissima maggioranza dall’assemblea, e Luigi Zanda il tesoriere. Vicepresidenti: Anna Ascani e Deborah Serracchiani, entrambe espressione della minoranza.
Dei 200 componenti della Direzione Nazionale, 130 sono quelli che fanno riferimento a Zingaretti, 16 a Roberto Giachetti, 32 i membri dell’area di Luca Lotti e Lorenzo Guerini e 27 quelli vicini a Martina.

La grande attesa è, però, per la nuova segreteria che sarà ufficializzata nei prossimi giorni. Da lì si capirà se ci sarà un vero cambio di passo rispetto al passato. Le premesse tuttavia non lasciano troppo sperare chi auspica la svolta: Luigi Zanda a inizio settimana ha proposto il ritorno al finanziamento pubblico dei partiti e la prima mossa del segretario è stata la visita nelle terre della Tav, dove Zingaretti ha confermato la posizione favorevole all’opera, per buona pace degli ambientalisti e del mondo a sinistra del Pd, con cui Zingaretti vuole costruire il nuovo centrosinistra, ma fermamente contrario alle due grandi opere della discordia: Tav e Tap.
Nicola Zingaretti fin dalle prime ore del suo trionfo ha annunciato la svolta green del suo Pd, una scelta non casuale nei giorni del grande sciopero e delle piazze piene per il Clima.
All’hotel Ergife di Roma è andato in scena il primo discorso da segretario di Nicola Zingaretti. Quanto all’attuale esecutivo Lega-M5s, il momento di tornare al voto “non è lontano perché il governo non potrà reggere a lungo a questo show confuso dell’antipolitica, è destinato a sfarinarsi e a dividersi”. “Un paese non si governa con i ni. Questa è la colpa di chi a al governo da 9 mesi – ha spiegato Zingaretti – Questo immobilismo che genere un insopportabile costo dell’incertezza. L’Italia così galleggia malamente con la prospettiva di affondare presto se non accade qualcosa”. Il neo segretario ha in mente “un possibile nuovo campo centrosinistra nella battaglia sui temi dell’oggi”. Serve “un campo più largo per rispondere alla Lega che è il vero dominus del governo. Ora è possibile e a noi ora dobbiamo muoverci, insieme, mettendo in campo una nuova fase e per farlo dobbiamo voltare pagina”.
Le sfide e le incognite sono tante. Sarà davvero un “nuovo” Pd?