È stato un intervento breve ma molto duro quello della senatrice Laura Bignami, pronunciato in Senato ieri, nel giorno dell’accordo tra il premier Renzi e il ministro dell’Ncd Alfano sulle Unioni Civili. L’accordo che stralcia dal ddl Cirinnà la stepchild adoption ed elimina il cosiddetto obbligo di fedeltà ha lasciato l’amaro in bocca a chi ha sostenuto l’esigenza di una buona legge sulle Unioni Civili. “È un insulto alla dignità” hanno tuonato le associazioni e i militanti lgbt. Una rabbia che è cresciuta dopo le parole di Alfano di ieri mattina: “abbiamo impedito una rivoluzione contro natura”. Così una grande battaglia di libertà si è trasformata in una storia di promesse disattese, accuse e ricatti.
Laura Bignami è stata eletta con il Movimento 5 Stelle al Senato, nella circoscrizione Lombardia. Nel mese di febbraio 2014, in polemica con il Movimento a causa dell’espulsione di quattro membri del gruppo senatoriale, ha presentato le dimissioni insieme a quattro colleghi: Maurizio Romani, Maria Mussini, Monica Casaletto e Alessandra Bencini. L’11 luglio dello stesso anno ha fondato la componente del gruppo misto Movimento X (MX) a cui hanno aderito i senatori 5 Stelle dimissionari con lei. Si è occupata spesso dei diritti dei disabili, di scuola, minori, dichiarando di avere anche lei un figlio disabile.
Il durissimo discorso di ieri in poche ore è diventato virale sul web. Eccolo.
IL DISCORSO “TAGLIATO” DAL PRESIDENTE GRASSO
Sul suo sito web la senatrice Bignami ha pubblicato il discorso integrale che per motivi di tempo è stato interrotto dal presidente del Senato Pietro Grasso. Ecco la parte tagliata.
“Voglio protestare nei modi e nei contenuti di questa fiducia su temi etici, fiducia su coscienza: essa Significa che non siamo capaci di fare nulla, il Senato non serve a nulla. Andiamocene tutti a casa. Consegnerò ora al presidente le dimissioni e sfido tutti i senatori a farlo con me, in segno di protesta, in segno di cambiamento,
a dimostrazione di non esser affetti da poltronite, in segno di voler bene a questa Italia.
Torno alla mia vita ma
Tre sono le cose che mi porterò a casa e che mi hanno nauseato.
La fiducia, il ricatto ignobile della poltrona per chi in maggioranza non la vuole perdere e l’insulto alla dignità di chi in opposizione non può darla, quando ha in gioco la propria, di dignità.
Il retromarcia 5 stelle, calato e calcolato, ebbro di rabbia.
La longa mano della chiesa, scritta in minuscolo.
Nessuna di queste tre cose ci sarebbe dovuta essere.
La prima perché dare la fiducia a un ddl non governativo è da repubblica PRENZIdenziale, nella miglior prosecuzione dello stile di chi abbiamo cacciato.
Il secondo si commenta da sé. Chi, senza decisioni corali, si prende queste responsabilità DEVE ANDARE A CASA se viene smentito. Chiedo le dimissioni di chi ha agito da solo!
Ed infine la chiesa, scritta in minuscolo, (la mia si scrive in maiuscolo).
Deve smetterla di occuparsi dei corpi e degli averi.
Si occupi delle anime, che non hanno sesso.
Voterò no a questo pasticcio sia di metodo che di merito, insulto a tutte le famiglie omosessuali e alle istituzioni dando la 50esima mia sfiducia cieca. Cieca sfiducia a questo Governo. Non parlate più di adozione, perchè se non avete i numeri oggi non li avrete neanche domani: Falsi”.
Un altro intervento della senatrice Laura Bignami era stato al centro dell’attenzione dei media e del web. Lo scorso 3 febbraio, intervenendo sempre sul tema delle Unioni Civili aveva affermato: “L’80% degli abusi su minori avviene in famiglia e anche in parrocchia, questa è la vostra famiglia tradizionale? L’Italia è al primo posto in Europa per il turismo sessuale e che ci andate a fare là? Sono queste le vostre tradizioni?!”.
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