È più facile descrivere l’iconica eleganza di Simone Veil che riassumere tutto ciò che è stata. Una cover di Elle la ritrae in prima pagina nella sua bellezza, semplice e pulita. Dietro quel volto, c’è la storia dell’Europa e quella del più grande dramma del Novecento.
Magistrata, ministra, accademica di Francia, femminista e paladina dei diritti delle donne, Simone Veil è stata la prima presidentessa del Parlamento europeo, ma è stata anche vestale della memoria della Shoah, che ha vissuto in prima persona. Sopravvissuta ai campi di sterminio non si è mai arresa. Ha difeso l’Europa e dato voce a chi non ne aveva. Una vita in trincea, finita il 30 giugno 2017, a pochi giorni dal suo novantesimo compleanno.

Madre di tre figli e nonna di dodici nipoti, Simone è nata a Nizza nel 1927, da André e Yvonne Jacob, ebrei parigini. Dopo l’infanzia felice, l’inferno. Nel 1944, la deportazione nei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Uno sconosciuto le sussurrò: «Devi dire che hai 18 anni». Lei ne aveva 16 e mezzo, e grazie a quel consiglio evitò la camera a gas, insieme alla madre e alla sorella. In quel campo, la madre morì di tifo, il padre e il fratello furono uccisi.
Dopo la guerra, il ritorno in Francia, gli studi e la lunga carriera che l’ha portata a diventare una delle madri dell’Europa e ad ottenere, nel 1979, la presidenza del primo Parlamento europeo eletto a suffragio universale. Fu eletta con l’Unione per la democrazia francese di Giscard d’Estaing alle elezioni europee perché, scriveva, per evitare che il passato si ripeta «l’unica soluzione è arrivare a riconciliarci costruendo insieme un’entità europea».
Il suo discorso di insediamento è entrato nella storia: era “innamorata dell’Europa” e del suo patrimonio culturale e parlava di un’Europa della solidarietà, dei valori e del superamento delle sperequazioni economiche e sociali, contro i nazionalismi. «Ancora oggi – affermava nel 2010 – rimango sempre stupita dal miracolo che ha rappresentato la pace instaurata. Credo si possa considerare, dopo più di 60 anni di pace in Europa, che la sua costruzione sia un successo».