L’Europa ha condannato l’Italia: «Discrimina le famiglie arcobaleno. Revochi la decisione». Ma da Roma a Milano, i sindaci sfidano il governo Meloni: «Continueremo a registrare i certificati di nascita».
La Redazione
Lo scorso giovedì, il Parlamento europeo ha approvato un emendamento presentato dal gruppo Renew Europe con cui condanna il governo italiano per lo stop alla registrazione dei certificati di nascita di figli e figlie di coppie dello stesso sesso. Nel testo si legge: «Il governo italiano discrimina le famiglie arcobaleno. La decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgbtqi+ in Italia. Revochi la decisione».
I sindaci di Roma Roberto Gualtieri, di Milano Beppe Sala, di Napoli Gaetano Manfredi, di Torino Stefano Lo Russo, di Bologna Matteo Lepore, di Firenze Dario Nardella e di Bari Antonio Decaro hanno deciso, però, di difendere i diritti delle famiglie arcobaleno, disobbedendo al governo Meloni.

In un documento congiunto, i sindaci chiedono al governo di discutere di matrimonio egualitario e adozioni e ribadiscono «la volontà di agire collettivamente nell’esclusivo interesse dei minori, procedendo alla trascrizione integrale dei certificati di nascita costituiti all’estero con due mamme, non riconducibili a una gestazione per altri, chiaramente esclusa dalla legge. Sulle trascrizioni riteniamo, infatti, che l’indirizzo della giurisprudenza sia già molto chiaro in Italia e in Europa».
