Decine di casi in pochi giorni. Dalla ragazza di colore rifiutata ad un concorso di bellezza agli ultimi tre raid contro migranti avvenuti a Roma e Rimini. Cosa abbiano a che fare queste vicende con la gestione dei rifugiati non è dato saperlo. In comune c’è solo il colore della pelle di chi oggi deve affrontare l’odio e la paura di tanti, troppi italiani. Nelle ultime settimane è emerso, in Italia, un razzismo strisciante, profondo, forse inatteso, sicuramente ingiustificato. La vicenda di Don Biancalani di Pistoia è stato il caso forse più emblematico: una foto con sei ragazzi in piscina – migranti regolari che lavorano e che si sono pagati un giorno di relax ad agosto – ha scatenato l’ira del web, dopo un post di Matteo Salvini.
Il risultato? Centinaia di insulti, contro il prete e contro i rifugiati. Ma la cittadinanza ha risposto: la domenica successiva la sua parrocchia era piena, don Biancalani è stato accolto da applausi e strette di mano e i dieci militanti di Forza nuova sono stati cacciati tra fischi e lanci di pomodori.
Ben più gravi sono stati i raid contro stranieri degli ultimi giorni. L’ultimo ad Acqui Terme: due italiani hanno massacrato di botte un ragazzo di colore e hanno postato il video su facebook.
Ma chi soffia sul fuoco dell’accoglienza? Da anni, certa Tv, certi media sul web e non pochi leader di partito alimentano odio e paura: un business che rende molto più di chi parla di integrazione e rispetto dei diritti di tutti. Rende in termini di consenso elettorale, di voti, di clic sul web.
A riaccendere il tema è stato Christian Raimo con il suo intervento nel programma “Dalla vostra parte”, condotta su Rete4 da Maurizio Belpietro. Il giornalista di Internazionale ha interrotto l’altro ospite, Alessandro Sallusti, per mostrare un cartello provocatorio: “Non c’avete un altro servizio sui negri cattivi?”. Poi si è poi rivolto a Belpietro sottolineando a più riprese di “non aver mai visto una trasmissione così brutta” e ha mostrato un altro cartello: “Fate una televisione razzista e omofoba”. In studio si parlava di terrorismo e violenza sulle donne, temi – per il giornalista – strumentalizzati per alimentare l’odio contro i migranti.
Raimo ha poi chiarito meglio la sua posizione con un lungo post su facebook:
“È una trasmissione orripilante, che si compone essenzialmente di servizi, girati con i piedi, su neri che stuprano, neri che rubano, neri che minacciano bambini, neri che occupano le case degli italiani, neri che sono troppi, neri che se ne dovrebbero andare, neri che è già tanto che li sopportiamo e non li facciamo affogare tutti”. “Non c’è un minuto a parte la pubblicità che non sia dedicato al racconto di un paese devastato dallo schifo prodotto dai neri”, insiste il giornalista. E ancora: “Avrei voluto proprio una trasmissione che non si intitolasse ‘Dalla vostra parte’ ma proprio ‘Negri cattivi’ con solo servizi sulle malefatte vere e minacciate dai neri”.
“Due giornalisti della redazione – rivela Raimo – mi hanno telefonato poi complimentandosi con me e ridacchiando perché avevo sputtanato Belpietro in diretta. Mi dispiace per loro che certo devono lavorare e devono portare uno stipendio a casa, ma quello che stanno facendo è semplicemente manovalanza sottopagata per il peggiore megafono del razzismo, sono complici e omertosi, non ci trovo nessuna giustificazione”.
Va detto chiaramente: Christian Raimo ha ragione. Il business dei migranti rende, ma il prezzo sarà altissimo e lo pagheremo tutti.
Di Mauro Orrico – direttore FACE Magazine.it