L’odissea dei 150 migranti bloccati da 5 giorni sulla nave della Guardia Costiera Diciotti è finalmente finita. La Cei ne accoglierà 110 a Rocca di Papa, Tirana e Dublino 20 a testa. Intanto Matteo Salvini è indagato dai pm di Agrigento. L’inchiesta è stata trasferita al tribunale dei ministri e il fascicolo del procuratore Patronaggio ipotizza il sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Il ministro degli interni e leader della Lega si è difeso dicendo: “Vergogna, non ci fermeranno”.
Con i 150 migranti e 27 minori, sbarcano anche le loro storie: racconti raccapriccianti di uomini, donne e bambini che arrivano dall’Eritrea, il paese meno libero al mondo (insieme alla Corea del Nord), secondo il rapporto di Reporters Sans Frontieres. Sul rispetto dei diritti umani l’Eritrea è al 180° posto e il suo dittatore Afewerki impone le torture più spaventose ai suoi sudditi. Questo è uno dei motivi per cui otterranno quasi tutti lo status di rifugiato, nonostante la propaganda leghista li definisca “clandestini”. Per Matteo Salvini sono presenze illegali nel nostro paese. Ma non è così.
Le prove muscolari del ministro dell’Interno si sono rivelate un fallimento sul piano politico internazionale. L’Europa ha rifiutato la redistribuzione dei migranti della Diciotti per la netta contrarietà dei paesi di Visegrad, quelli che Salvini considerava un modello da seguire, l’ungherese Orban in testa. Il governo ha minacciato di bloccare i fondi all’Ue, ma il ministro degli Esteri Moavero ha smentito l’ipotesi definendola un “obbligo di legge”. L’odissea è finita grazie all’intervento di tre paesi extra europei: Vaticano, Albania e Irlanda.
Sui social c’è chi li attacca perché hanno il cellulare, ma chi fugge dai dittatori non necessariamente è un nullatenente: si scappa dagli abusi e dalle violenze, non per forza dalla fame.
Sono storie terribili di torture e vessazioni quelle subite dai migranti della Diciotti, prima in Eritrea e poi nelle carceri libiche. C’è chi è stato rinchiuso in celle buie per oltre un anno e ha quasi perso la vista, c’è chi ha le mani e i volti bruciati. Ci sono le donne, quasi tutte vittime di stupri, acquistate e vendute come tutti gli altri dai trafficanti di esseri umani. I 27 minori, gli unici a cui è stato concesso di sbarcare subito, sono denutriti, scioccati, con evidenti segni di abusi sul corpo. Hanno trascorso da uno a tre anni nei centri di detenzione in Libia, tra violenze quotidiane e cibo razionato. Per Save the Children: “I sette giorni in cui sono stati tenuti sulla nave hanno chiaramente aggravato la situazione”.
Sulla Diciotti hanno quasi tutti la scabbia, un virus curabile in pochi giorni con semplici farmaci e pomate, ma impossibile da debellare sui cartoni, su cui dormono i migranti in queste ore. Ci sarebbero anche tre casi sospetti di tubercolosi.
Da Terres des hommes, dicono: “Abbiamo accolto 27 scheletrini. Il più magro sarà pesato una trentina di chili, la gamba con lo stesso diametro del mio polso. Uno era tutto e solo orecchie, uno non riusciva a camminare perché era pieno di dolori, tre avevano delle bende lerce al polso, al piede e al braccio sparato”.
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Intanto, nei confronti di Salvini crescono l’irritazione e l’imbarazzo tra gli alleati di governo del M5S, con il presidente della Camera Roberto Fico, difeso dalla ministra Barbara Lezzi, che non ha nascosto il disappunto e ha preso le distanze dal ministro degli interni. L’ex parlamentare 5stelle Silvia Chimienti ha definito Sallvini “il nulla travestito da mostro” e da Torino alla Sicilia è cresciuto il pressing pro-sbarco, sostenuto anche da Gregorio De Falco, ex capitano di fregata della Guardia costiera divenuto famoso con l’attacco a Schettino nel naufragio della Costa Concordia, oggi senatore dei 5Stelle.
L’ALTRA ITALIA A CATANIA
C’è anche una Sicilia che resiste alla propaganda leghista. A Catania in decine hanno manifestato in solidarietà ai migranti bloccati sulla nave Diciotti, con “la rivolta degli arancini”: “Lo scopo dell’iniziativa è quello di comunicare pubblicamente e civilmente il desiderio di un ‘porto aperto’ a Catania”, hanno scritto i promotori.

Ong, volonati laici e cattolici e tutta l’opposizione considerano il caso Diciotti un fatto indegno per un paese civile. Hanno visitato la nave Laura Boldrini e Pietro Grasso di Liberi e Uguali, Maurizio Martina e molti parlamentari del Pd e di Più Europa con Emma Bonino. Perfino Forza Italia si è smarcata dal suo ex alleato: il deputato dell’Ars siciliana Tommaso Calderone ha parlato di “una situazione che andrebbe al più presto risolta, i migranti hanno uno sguardo tristissimo che ti squarcia il cuore”. E ha aggiunto: “Non scrivete per cortesia prima gli italiani, se lo pensate tenetevelo per voi, perché sono appena sceso e non è aria”. Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars, non ha usato mezzi termini: “Matteo Salvini non è razzista. E’ solo uno stronzo”.