Nei giorni del Congresso delle famiglie, dal 29 al 31 marzo al Palazzo della Gran Guardia, per le strade di Verona ha sfilato l’altra Italia, quella laica e femminista che rifiuta il “Medioevo dei diritti” in scena al meeting.
Al corteo, organizzato da Non una di meno, hanno aderito decine di associazioni (anche cattoliche), dai gruppi lgbtq ad Amnesty International, dall’Arci ai centri antiviolenza. In decine di migliaia (100mila per le organizzatrici) hanno affollato, sabato 30 marzo, una contromanifestazione nel segno della libertà di scelta e di autodeterminazione per le donne. «Due parole chiave, resistere per esistere» ha detto Monica Cirinnà. «Manifestiamo per una società aperta» ha dichiarato Laura Boldrini. «Questa manifestazione significa che sulla libertà no si arretra – ha commentato l’ex segretaria Cgil Susanna Camusso – Se non chiamiamo arretramento questo non so cosa sia».
Il corteo è partito poco dopo le 14,30 dal piazzale davanti alla stazione di Porta Nuova. Una «marea fucsia» da tutta Italia con decine i pullman e i treni arrivati questa mattina a Verona.

A sorpresa, ha partecipato al corteo anche Maria Gandolfini, figlia dell’organizzatore del Family Day e del meeting di Verona. La 36 enne ha detto: “Il Congresso delle Famiglie? Un evento da Medioevo, maschilista e retrogrado”.
Al fianco del Congresso c’era tutta l’estrema destra, dalla Lega a Fratelli d’Italia a Forza Nuova. E il meeting è diventato l’ennesimo motivo di scontro tra leghisti e M5S.
Sabato al congresso è intervenuto anche Matteo Salvini che dal microfono ha dichiarato che non ci saranno passi indietro sui diritti e ha rassicurato che la 194 non si tocca.
Contro il congresso si sono schierati invece tutti i partiti di sinistra, dal Pd a Leu, da Più Europa a Potere al Popolo, e il Movimento 5 Stelle, con un’eccezione: la senatrice grillina Tiziana Drago si è presentata a sorpresa sul palco, ‘violando’ il diniego alla partecipazione all’incontro pronunciato nei giorni scorsi dal vicepremier Luigi Di Maio. La ministra della Sanita’ Giulia Grillo ha parlato “di estrema destra”, il vicepremier Di Maio di “fanatici”, mentre il presidente della Camera Roberto Fico ha annunciato un’iniziativa per le Famiglie Arcobaleno e ha detto: “La società cambia, non bisogna arretrare sui diritti”.
Sul Congresso è pesato il gelo del Vaticano. Sabato il papa ha detto di essere d’accordo con quanto dichiarato da monsignor Parolin condividendo l’impegno politico per la famiglia, ma non “le modalità”, ovvero la forma con la quale la kermesse stessa è stata organizzata e si svolge. E’ stata netta invece la bocciatura del congresso da parte dell’associazionismo cattolico: erano assenti gli oratori, le Acli ma anche il Forum delle Associazioni Familiari guidato da Gigi De Palo che riunisce 47 gruppi cattolici.