Scappano dalla fame, dall’assenza di medicine e sicurezza. Scappano dal `socialismo bolivariano´ versione Maduro. Sono i nuovi migranti. In migliaia in queste ore stanno lasciando il Venezuela verso Colombia, Ecuador, Perù, Panama, Cile e Argentina. Gli ultimi drammatici eventi che sta vivendo il Venezuela, le violenze e la tensione nei giorni del voto per l’Assemblea Costituente e il fallito golpe delle ultime ore, stanno rendendo ancora più grave quella che ormai è una crisi umanitaria.
Da mesi, ogni settimana arrivano a Buenos Aires 700-900 venezuelani, nonostante le sette ore di volo e la necessità di attraversare tutto il Sudamerica, per raggiungere le città argentine. Ma per tanti, l’aereo è troppo caro, e la rotta da percorrere è di 7.500 km, quasi come Itala – Cina. In centinaia partono in bus, per chi decide di passare dal Brasile i chilometri diminuiscono.

Credits foto: santiagotimes.cl

La frontiera tra Venezuela e Colombia è molto lunga (2 mila chilometri) e le stime parlano di 50 mila persone che in media quotidianamente attraversano il confine.  In 30 mila persone, da gennaio ad oggi, si sono stabilite invece in Brasile. Ma non c’è solo il Sudamerica tra le mete della fuga venezuelana. Dal Canada agli Stati Uniti, dalla Spagna al Belgio, è ormai un vero un vero esodo.

Credits foto: César Munoz Acebes / Human Rights Watch – Osservatorio Diritti

Chi sono i nuovi migranti? Oppositori del governo di Maduro, ma non solo. Quello che era un tempo il paese più ricco dell’America Latina è oggi uno stato dilaniato da una crisi economica senza precedenti. Mancano le medicine, manca il lavoro, ma soprattutto manca la sicurezza. E la nuova fase del pugno duro imposta dal leader `chavista´ non lascia sperare in nulla di buono.