«Signor Mucha, lei mi ha reso immortale»: cosi l’attrice Sarah Bernhardt ringraziava l’artista ceco Alfons Mucha per averla resa tale in un celebre ritratto. E così è effettivamente stato. Alphonse Mucha nacque a Ivančice, il 24 luglio 1860 e morì a Praga 80 anni fa, il 14 luglio 1939.

Artista poliedrico e sperimentatore di stili, promosse un nuovo linguaggio comunicativo anche nella fotografia. Con Gustav Klimt, è considerato tra i padri dell’Art Nouveau (o Liberty). Le immagini femminili dei suoi manifesti erano molto diffuse e popolari in tutti i campi della società del tempo e ancora oggi si può facilmente individuare il suo stile inconfondibile, che lo ha reso eterno simbolo della Belle Époque. La donna di Mucha è una figura verticale, elegante, allungata e sottile.

Modernista e visionario, Mucha era un uomo libero, antirazzista, amico degli ebrei. Per questo, al culmine della sua fama, divenne un bersaglio per i nazisti. Nel 1939, dopo che l’esercito di Hitler invase la Cecoslovacchia, fu tra i primi ad essere arrestati dalla Gestapo. Settantanovenne, subì un interrogatorio estenuante, da cui uscì indebolito. Ammalatosi di polmonite, morì il 14 luglio dello stesso anno. E’ sepolto a Praga nel cimitero di Vyšehrad.