Come cambia il teatro italiano e cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova drammaturgia contemporanea? Si chiama Anni Luce la nuova rassegna che la trentaduesima edizione del Romaeuropa Festival – diretta da Fabrizio Grifasi – dedica al nuovo teatro italiano, in collaborazione con Carrozzerie n.o.t. Un percorso, curato da Maura Teofili che porta in scena quattro artisti, dal 3 all’8 ottobre nei teatri allestiti al Macro Testaccio – La Pelanda. Azzurra De Gregorio, Industria Indipendente, Giuliano Scarpinato e Dante Antonelli – Collettivo Schlab costituiscono quattro scelte registiche e scritture sceniche differenti. Quattro realtà che vogliono rappresentare la variegata offerta di un nuovo fermento artistico.

Ha aperto la rassegna Azzurra De Gregorio con “Madre” il 3 ottobre, per proseguire poi con “Lucifer” di Industria Indipendente dal 3 al 5 ottobre (leggi qui la nostra intervista). Chiudono Anni Luce: Giuliano Scarpinato con “Se non sporca il mio pavimento – Un melò” (il 5 e il 6 ottobre) e Dante Antonelli – Collettivo Schlab e la sua “Trilogia Werner Schwab” (il 7 e 8 ottobre).

A poche ore dal debutto a Romaeuropa Festival 2017, abbiamo incontrato i registi Giuliano Scarpinato e Dante Antonelli.

L’intervista | Giuliano Scarpinato
Se non sporca il mio pavimento – Un melò” (il 5 e il 6 ottobre) 

Dal Premio Scenario Infanzia 2014 per il tuo Fa’afafine a questo nuova piéce che porti a Ref17, che percorso è stato?
Un percorso di indagine sull’identità in divenire, sulla tremenda difficoltà di trovare una forma, crescerci dentro, e attraverso quella forma trovare una risposta alla nostra costante richiesta d’amore.

In foto: Giuliano Scarpinato.
In foto: Giuliano Scarpinato.

“Se non sporca il mio pavimento ” è una spietata analisi dell’adolescenza. Che storia hai voluto raccontare e come è nato questo testo?
Il testo prende le mosse dal recente caso di cronaca del delitto Rosboch. Una storia che mi ha emozionato per la forza archetipica dei suoi protagonisti: Gloria Rosboch e Gabriele Defilippi mi sono da subito apparsi come incarnazioni di Eco e Narciso, tra i protagonisti più affascinanti delle Metamorfosi di Ovidio. Sermonti ha definito quell’opera “il poema dell’adolescenza”; Eco e Narciso non sanno chi sono, amano non corrisposti dei riflessi senza corpo, e questo amore li porta allo schianto. Così mi sembra sia accaduto per i protagonisti del caso Rosboch, così accade, a diversi gradi di separazione, ai miei personaggi a loro ispirati.

Sei considerato uno dei nomi della nuova drammaturgia contemporanea. Quanto è difficile oggi emergere e sperimentare attraverso il teatro indipendente?
Molto, moltissimo. Le energie creative sono molte e forti, vedo attorno a me un bellissimo fermento, ma ancora poche opportunità per esprimerlo. Continuiamo a realizzare i nostri lavori con enormi sacrifici, affidandoci quasi esclusivamente alle nostre risorse, o ai famigerati bandi under 35. Il teatro sarà anche sofferenza, ma è necessaria una maggiore attenzione da parte delle strutture “portanti” del teatro italiano.

Dopo Ref17, quali sono i tuoi progetti e dove vedremo Giuliano Scarpinato?
Dopo il debutto di “Se non sporca il mio pavimento – un mèlo” inizierò a lavorare su un nuovo progetto, dal titolo provvisorio “Ovid Hotel”. A dicembre saremo con Elena Arvigo al Teatro Argot di Roma con un bellissimo testo di Eimar MacBride, “A girl is a half formed thing”. Dopo sarò in Sicilia, al teatro di Marsala, per un lavoro su Leonardo Sciascia, ” ‘A supirchiarìa”. Da febbraio sarà in tournée il mio ultimo lavoro per il teatro ragazzi, “Alan e il mare”, ispirato alla vicenda di Alan Kurdi e prodotto dal Css di Udine insieme a Romagna Teatri. Infine, sempre con il Css, stiamo lavorando sulla tournée francese di “Fa’afafine”.

L’intervista | Dante Antonelli
 “Trilogia Werner Schwab” (il 7 e 8 ottobre)

Come nasce il Collettivo SCHLAB e l’idea di dar vita ad un collettivo di artisti, danzatori, attori e autori, a Roma?
Tre anni fa ho iniziato a lavorare su Werner Schwab creando un laboratorio di indagine e pratica scenica di nome SCHLAB. Nel tempo e negli spazi ho avuto il piacere di incontrare colleghi che sono diventati compagni con cui creare uno dopo l’altro i tre pezzi di teatro che vedremo uniti in un solo spettacolo al Romaeuropa festival per la prima volta. Le originali presidentesse diventano le tre giovani in FÄK FEK FIK, in DUET una coppia reinterpreta tutte le coppie dell’originale Sovrappeso, insignificante: informe e un solo performer riscrive i due alter ego di Werner Schwab di Stermino interpretando sia il giovane artista che una eccessiva travestita in SANTO SUBITO che insieme allo spin off KOVA KOVA chiude la Trilogia Werner Schwab.

In foto: Dante Antonelli.
In foto: Dante Antonelli.

A Romaeuroa portate la Trilogia Werner Schwab nella sua versione completa, già premiata in differenti contesti. Parlaci di ciò che vedremo al Macro Pelanda.
Le tre performance orginali, riscritture radicali dei tre drammi fecali, che ho creato e scritto insieme a tutti gli artisti del collettivo schlab compongono questa trilogia dedicata ai Drammi Fecali di Schwab. I tre lavori sono indipendenti tra di loro, interpretati da diversi attori, ma uniti nei temi e nei riferimenti in un unico paesaggio che interpreta i nostri tempi e la nostra realtà. 7 performers portano in scena le crepe, le fratture, i vuoti e le domande che attraversano quotidianamente i nostri pensieri e le nostre vite.

Sullo sfondo della Trilogia c’è il macrocosmo di un’Unione Europea che si sgretola..
L’indagine che ha mosso la creazione della trilogia è partita dalle nostre città, dall’Italia che conosciamo ma il discorso che sviluppiamo in scena si estende a tutta l’Europa, come il vero orizzonte socio-culturale delle umanità che portiamo sul palco. Con la Trilogia integrale quello che portiamo al pubblico è una generazione cresciuta dentro un’Europa unita e che oggi è chiamata ad affrotarne la più grande crisi di prospettive della sua storia. Non si tratta di una tesi in merito, di dare dal palco risposte a questioni di simili complessità ma di portare su palco esseri umani percorsi intimamente da questa crisi.

Dopo Romaeuropa quali sono i prossimi progetti del Collettivo SCHLAB e di Dante Antonelli?
Mentre prepariamo questo importante debutto già un altro progetto ha mosso i primi passi, si tratta di un nuovo cantiere su Yukio Mishima, scrittore, artista e drammaturgo nipponico dal titolo WORKS OF WORSHIP. Un titolo al plurale che espire la volontà di dedicare a questo autore molto tempo e di arrivare a creare diverse performance dedicate ai suoi tantissimi lavori, col desiderio di vederli tutti uniti un giorno come in questi giorni sta avvenendo con i tre pezzi dedicati a Schwab. Tutto il collettivo SCHLAB sta già iniziando a muoversi nella direzione del nuovo lavoro e con alcuni degli attori della Trilogia abbiamo già qualcosa in cantiere per i WORKS OF WORSHIP. Colgo l’occasione per segnalare anche il debutto di un lavoro scritto da Martina Badiluzzi, che nella Trilogia Schwab è una delle tre giovani di FÄK FEK FIK, dal titolo IL VIVAIO a novembre a Carrozzerie n.o.t che sostiene il mio lavoro da due anni e a cui tutti noi dobbiamo ancora un grazie. Con Giovanna Cammisa stiamo lavorando invece a una scrittura originale, un solo al femminile dedicato al mito di Carmen, una performance di musica, canto e nuova drammaturgia dal titolo SOLOCARMEN – operaperformance.
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Info
Anni Luce | Romaeuropa Festoval 2017 
5 e 6 ottobre 2017
Giuliano Scarpinato
 | Se non sporca il mio pavimento
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 7 e 8 ottobre
Dante Antonelli – Collettivo Schlab | 
Trilogia Werner Schwab
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