Reperti preistorici, leggende e interventi di Street Art nel Principato spagnolo delle Asturie.

Più di 200 spiagge paradisiache dalle sfumature dorate e bagnate da acque cristalline. A Cudillero, con la sua Concha de Artedo dalla forma concava, un “anfiteatro” affaccia sul Mar Cantabrico che bacia le alture dei Picos de Europa in una piccola cittadina di 6mila abitanti nella comunità autonoma del Principato delle Asturie. Le coste frastagliate, il vento che disegna il litorale dell’Oceano Atlantico tra le montagne della Spagna Nord-occidentale, i reperti archeologici e la sacralità dei siti e delle reliquie medievali. Come il “Sudario” del capoluogo Oviedo, telo di lino custodito nella Cámara Santa della cattedrale di San Salvador o la vicina Chiesa preromanica di Santa Maria del Naranco.

Oviedo, Cattedrale di San Salvador

Un gioco di contrasti visivi, di scenografie e scenari da set cinematografici, a Llastres e Llanes, sino alla dolina carsica e interna di Gulpiyuri. Per arrivare poi, viaggiando on the road, alla meta più settentrionale di Cabu Peñes, in un tour romantico e selvaggio. Circa 400 chilometri costieri per scoprire i miti tramandati dai pescatori asturiani che, nelle loro reti, incagliano storie da raccontare: quando con la luna piena i marinai partivano in barca ritornando, in seguito, arricchiti da una nuova avventura per incantare i bambini al porto, pronti ad ascoltare insolite peripezie che sembrano la sceneggiatura di un film. C’è addirittura chi parla di mitologia: il canto delle sirene, che hanno stregato con la loro voce melodiosa chi navigava da quelle parti, la leggenda del tritone “Home Marín” e gli spiriti del mare “Espumeros”, omini che sulla riva giocano con la schiuma generata dalle onde.

La Erbosa, Cabu Peñes, Gozòn © Turismo Asturias

Le viste mozzafiato e sublimi dei cimiteri, a Luarca nel comune di Valdés e a Niembru, distante circa un chilometro da Playa de Torimbia, che diventano entrambi le tappe di un catartico Cammino di Santiago, itinerario spirituale e culturale ideato dal sovrano asturiano Alfonso II nel 1800. Scogliere tortuose, una fra tutte quella de El Silencio, che proteggono un posto fiabesco toccando i 18 villaggi marinari che vivono di pesca, ma dove chi ama lo sport potrà alternare, nei dintorni di Salinas (Castrillón) con le sue vedute urban, le immersioni subacquee al surf e alle rigeneranti passeggiate sulle vette ribelli praticando trekking ed escursionismo.

Playa del Silencio, Castañeras

I paesini conservano tradizioni antiche che variano in base alle stagioni della pesca: ogni mese del calendario ha il suo pescato, dal pixín (rana pescatrice) agli oricios (ricci) fino all’andarica, il cosiddetto granchio di velluto, che si possono degustare freschi all’interno dei rulas prima di perdersi nei mercatini ittici rionali che offrono una miriade di prodotti tipici ai visitatori con la passione gourmet. E si avvistavano anche le balene, poiché i cetacei, già nel XIII secolo, erano soliti avvicinarsi ai centri abitati nei periodi più freddi dell’anno. Insenature plasmate nei secoli, capricci ottici prodotti dalle maree si trasformano nei versi di poeti, scrittori e cantautori, da José Hierro a Leonard Cohen, che hanno vinto il prestigioso premio “Princesa de Asturias”, chiamato dapprima “Principe” al maschile. Così la lirica, che si è ispirata alla “Spagna ricuperata” nell’opera in cinque atti “La solitaria delle Asturie”, firmata dal compositore della Scuola napoletana Carlo Coccia e in scena per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano nel 1838. Ma la regione è un tesoro a cielo aperto, un “Jurassic Park” spielberghiano grazie alle impronte dei dinosauri visibili a Gijón, Ribeseya e Colunga, dove nel 2004 è stato inaugurato il Museo del Jurásico de Asturias (MUJA) di Llastres. Il museo è una struttura di oltre 2.500 metri quadrati e ospita riproduzioni di esemplari di dinosauri, scheletri, grandi schermi interattivi ed oggi è una delle esposizioni più ricche al mondo del periodo Giurassico.

In foto, dall’alto: San Lorenzo, Gijon; il Museo del Jurásico de Asturias (MUJA) a Llastres, Colunga.

E ancora La Griega (Colunga), con le sue orme dei rettili preistorici, seguita da Rodiles, nella ría di Villaviciosa, la singolarità di Gulpiyuri a Llanes, che sullo sfondo roccioso calcareo presenta una sorta di condotto underground. A Buelna c’è una cala per i naturisti, chi cerca attimi di tranquillità si recherà a Po allontanandosi dalla confusione metropolitana, passando per Pría, Arenillas e Santiuste, ad Est, giungendo alla stazione balneare de La Franca, già conosciuta partire dal XIX e vicina alla ría di Tina Mayor.

Protagonista la Street Art, fra le atmosfere grunge della chiesa sconsacrata di Santa Barbara in Llanera, progettata nel 1912 dall’urbanista cubano Manuel del Busto. In principio abbandonata, è ritornata in vita dopo molti anni grazie al collettivo artistico “Church Brigade”, un’allegra banda di creativi che con un’iniziativa di crowdfunding, alla quale hanno aderito pure importanti multinazionali, ha consentito il recupero e la remise en forme dell’edificio, dando alla luce un vero e proprio tempio sacro del “Kaos” per gli skater. Come? Con interventi del pittore e scultore spagnolo Okuda San Miguel. L’artista di strada, originario di Santander, vive a Madrid, espone principalmente nelle fabbriche dismesse, ha affrescato soffitti e pareti con capolavori contemporanei. Iconografie religiose, teschi e animali, pattern rainbow, che ricordano l’estro di Sten & Lex, nonché richiami alle forme geometriche scomposte in un puzzle multicolor. I simboli visionari del suo “Surrealismo Pop” e la sua estetica sono molto apprezzati dai marchi fashion dello streetwear come Adidas e Puma.

“Kaos Temple” di Okuda San Miguel a Llanera. Foto © okudasanmiguel.com

Una ricerca condotta dalla Ong Greenpeace dimostra che il territorio costiero tra Bustio e Castropol è il migliore del Paese: luoghi verdi che rispettano l’ambiente regalando imperdibili e splendidi paesaggi da fotografare. Sono cartoline i promontori dei fari costruiti per orientare i pescherecci durante le mareggiate. Da Cabo Peñas si può ammirare l’estuario naturale de La Ria de Avilés, che ospita anche il Centro Niemeyer, prima opera realizzata dall’architetto brasiliano Oscar Niemeyer in Spagna e simbolo della trasforazione di Avilés. E ancora, yoga e sport en plein air alla Playa del Arbeyal, spostandosi, tra le altre, verso le rias dell’Eo, Navia, Nalón, Avilés e Villaviciosa. I porti turistici, le dune sabbiose di Gozón e Carreño, la suggestiva spiaggia di Los Quebrantos, alla foce del Nalón. Quella di San Lorenzo è la più celebre ed è situata tra la collina di Santa Catalina e il fiume Piles, la Poniente è artificiale ed è stata edificata dove sorgevano alcuni cantieri navali del passato mercantile.

In foto, dall’alto: Cabo Peñas, Viodo; il Centro Niemeyer ad Avilés.

Gli appuntamenti culinari sono tantissimi e assaggiare le prelibatezze locali a base di pesce è un dovere, dal Festival de la Angula de L’Arena a quello de la Sardina de Candás, patrimonio regionale per il suo autorevole interesse gastronomico. Strutture e hotel di lusso non mancano di certo, per piacevoli e indimenticabili momenti di relax grazie ai prestigiosi brand alberghieri, tra cui “Mesas de Asturias” e “Sidrerías de Asturias”, alcuni fregiati dalle stelle Michelin. Aree incontaminate, parcheggi per i turisti più esigenti, spazi dedicati alle attività ricreative, svago e wellness con percorsi benessere mirati. A Navia la sabbia è scura e il livello dell’acqua subisce l’influenza lunare ad ogni marea mentre, a Valdés, Outur è il giardino dell’Eden ideale per i nudisti che prendono il sole senza veli.


Foto: Ines Álvarez Fdez, Emanuel Munoz, Guillermo Álvarez, Vjx Media, Morais, Kamila Maciejewska, Guillermo Álvarez © Unsplash


Di Gustavo Marco Cipolla
Calabrese, della sua terra porta con sé il ricordo e l’abitudine di tornare se ne ha voglia. Arte, Musica e Moda sono le tre (dis)grazie che lo accompagnano. Una laurea in Relazioni Internazionali, due master in giornalismo, tanti corsi e (ri)corsi di specializzazione, ma non ha ancora finito di imparare. E non finirà mai.