Da quasi due anni ormai il sindaco di Lampedusa non è più Giusy Nicolini, simbolo di quella “solidarietà architrave della democrazia” come la definì il presidente Mattarella. Oggi l’isola è guidata Totò Martello: non è del Pd, non è “un buonista” ed è stato eletto con una lista civica che ha sconfitto la prima cittadina uscente. E’ un sindaco che si definisce stanco della propaganda permanente di Matteo Salvini e di un governo ogni giorno più verde e sempre meno giallo. Così, intervistato da Vita, ha rotto il silenzio: «È evidente che tutto ciò che viene detto agli italiani non tiene conto di quanto accade a Lampedusa, che è stata cancellata moralmente e geograficamente da questo governo. Eppure negli anni abbiamo svolto un’azione non indifferente per l’Italia e per l’Europa».

Nell’isola siciliana, infatti, gli sbarchi non si sono mai fermati, nonostante la propaganda permanente dei porti chiusi racconti altro. I numeri parlano chiaro. Senza contare l’ultima nave, la Mare Jonio che trasportava i 49 migranti, sono sette gli sbarchi di questo 2019, il penultimo nella notte tra il 7 e l’8 marzo con 38 uomini, sei donne e due bambini di tre anni. Intanto la Mare Jonio è stata sequestrata e i 49 sono stati messi in salvo. Nel 2018 sono stati invece 300 gli sbarchi per oltre 3500 persone, solo a Lampedusa, secondo i numeri dati dal sindaco stesso.

Il ministro dell'Intero Matteo Salvini
Il ministro dell’Intero Matteo Salvini

Martello continua così il suo racconto a Vita: «Il fatto che siamo stati cancellati dal cruscotto del ministero dell’Interno ha due chiavi di lettura: dimostrare agli italiani che non ci sono più sbarchi e toglierci i fondi che ricevevamo in quanto eravamo tra i comuni italiani interessati dagli sbarchi. Dal 2011 – prosegue il sindaco – avevamo ricevuto la sospensione delle tasse che era inserita nel decreto Milleproroghe, un’esenzione che è stata abolita per il 2018 e il 2019, quindi fra qualche giorno a tutti gli imprenditori lampedusani arriveranno le cartelle esattoriali e saranno falliti. Su questo abbiamo informato il governo, abbiamo scritto a Tria, al ministero dell’Interno, a Conte, ma nessuno si è fatto vivo. Un governo che si definisce del popolo non può non rispondere a un’istituzione che rappresenta il popolo, siamo un’isola mortificata dallo Stato».

Quanto alla nave Mare Jonio, appena sequestrata dopo che i 49 migranti sono stati fatti sbarcare, il primo cittadino del Comune ha dichiarto al Corriere.it: «Come si fa in mare, quando c’è maltempo e le persone stanno per annegare, a non soccorrere? Mica si può dire:“Vedi che c’è il decreto Salvini. Non ti aiuto”. (…) Qui, i porti non sono chiusi. E i rimpatri li facciamo ogni 48 ore, ma verso la Sicilia».