Il Sud è una vera e propria miniera di tradizioni. Non solo per la cucina o per gli usi e costumi, ma anche per quanto riguarda l’intrattenimento. Sono tantissimi i giochi che vengono praticati ancora oggi sui tavolini dei bar del meridione e hanno finito con l’influenzare anche il resto d’Italia. I mazzi di carte regionali sono strumenti indispensabili per trascorrere le feste in compagna a Napoli e dintorni, ma anche in Sicilia godono di un forte valore folkloristico. D’altro canto, diverse nazioni del mondo vantano dei giochi di carte tipici e il Belpaese non fa eccezione. Quando si tratta di divertirsi, la fantasia e l’ingegno delle popolazioni del Sud non manca mai di farsi sentire. E, probabilmente, non smetterà mai di farlo.
Basterebbe citare la sola tombola per farsi un’idea di quanto siano iconici i giochi del Sud Italia. Inventata ai tempi del Regno Borbonico, la tombola è una specie di lotteria che si presentava dapprima come forma alternativa del lotto, bandito durante il periodo natalizio in seguito a una discussione tra il re di Napoli e Sicilia Carlo di Borbone e il frate Gregorio Maria Rocco. I napoletani risposero riadattando il gioco con una veste casalinga, avvalendosi di oggetti facilmente reperibili come cestini di vimini, pezzi di cartone e dischetti di legno. I numeri del tabellone sono 90 in riferimento alle elezioni dei Serenissimi Collegi che richiedevano di scegliere tra altrettanti candidati nella votazione.

La tombola

La tombola non è però l’unico gioco ad estrazione che si è diffuso nello Stivale. Anche il bingo, che ha visto la luce in Georgia, ha attecchito dalle nostre parti. I tratti in comune con la tombola sono notevoli e lo si evince anche dalle caratteristiche del bingo online, più gettonato rispetto alla tombola digitale: le trasposizioni virtuali di questi giochi non cambiano le regole, per quanto l’esperienza dal vivo è intrisa di un potere aggregante difficilmente replicabile in altri contesti. Se si parla di tradizione, però, è la tombola a prendersi tutti i consensi. Anche di fronte al Sinco, nato nel 1983 e basato su combinazioni di carte che seguono criteri diversi rispetto alle combinazioni di numeri della tombola.
Per quel che concerne le carte regionali è possibile individuare una serie di giochi che di norma non vengono praticati con i più comuni mazzi francesi: Scopa, Briscola, Saltacavallo, Trentuno e Sette e Mezzo ne sono degli esempi lampanti. Le carte regionali si distinguono tra loro in primis per le dimensioni e per le raffigurazioni che rimandano puntualmente a simbolismi locali, anche se non tutte le regioni ne sono provviste. Ad esempio, in Puglia si gioca prevalentemente con le carte napoletane, tuttavia è certificata l’esistenza di mazzi baresi che contavano 40 carte e derivavano dalle carte spagnole. Le similitudini con le carte napoletane erano evidenti, così come le differenze: sul 5 di spade non era presente il disegno della scena rurale sullo sfondo e le figure erano meno proporzionate.
Insomma, il folklore ha sempre il suo perché ed è l’ultima cosa alla quale il Sud Italia rinuncerebbe. Per chi non ha mai ammirato dal vivo le pendici dell’Etna o non è rimasto folgorato dalle strade di Bari Vecchia potrebbe suonare come un discorso campanilistico, ma anche i giochi popolari riescono a contribuire all’affermazione identitaria. Figuriamoci il resto…