Lavorare da casa significa risparmiare, lavorando meglio. Oggi è necessario, per salvare la salute e l’economia.

In queste settimane frenetiche in cui l’attenzione di tutto il Paese si concentra sulla lotta al coronavirus, abbiamo sentito parlare tanto anche di smart working, indicato come soluzione per i lavoratori bloccati nelle zone rosse e in quarantena. Ma che cos’è lo smart working e perché sembra essere la soluzione per molte aziende?
Lo smart working – o lavoro agile – è stato regolamentato in Italia negli scorsi anni dal Jobs Act e dall’ultimo Patto di stabilità. È un metodo di lavoro ‘a distanza’, in cui il lavoratore ha la possibilità di svolgere i propri compiti e mansioni da un altro luogo diverso dal posto di lavoro. Questa capacità è garantita dalle moderne tecnologie. È grazie alla rete, ai software e al cloud computing che è possibile lavorare in due punti diversi del mondo ed essere sincronizzati. Ma lo smart working in questo momento è anche una delle soluzioni possibili per evitare un tracollo economico a causa del Covid-19. Ovunque è possibile attuarlo e, sia nella pubblica amministrazione che nelle PMI, è stato richiesto di attivare questa tipologia di lavoro, in modo da non dover chiudere completamente la produzione nelle zone più colpite.

Ma quali sono i benefici dello smart working? E perché piace così tanto alle aziende e ai lavoratori?
Il motivo principale è il risparmio economico: da entrambe le parti infatti si registra un effettivo risparmio di denaro ma anche di risorse e di tempo. Se il lavoratore può risparmiare su benzina e abbonamenti del trasporto pubblico (evitando così anche emissioni di CO2), l’azienda risparmia su posto, energia e vede aumentare la produttività. Questa aumenta proprio perché migliorano le condizioni di vita del dipendente, che avrà più tempo ed energie da dedicare alla sua vita personale. Inoltre lo smart working semplifica l’inserimento in organico anche delle persone con modalità ridotta, non richiedendo lo spostamento da casa all’ufficio.

Ciò che viene richiesto però per diventare lavoratore agile è determinazione e attitudine mentale. Infatti, lavorare da casa non è meno impegnativo che lavorare dall’ufficio – anche se meno stressante. Inoltre l’azienda deve fornire al proprio dipendente tutte le misure necessarie per svolgere le proprie mansioni: software, dispositivi, sicurezza.
Diventa fondamentale anche la sicurezza informatica per assicurare entrambe le parti da danni derivanti da hacker e perdite di dati. Per questo le aziende si dotano di procedure DLP (Data Loss Prevention), tutta una serie di regole per monitorare e gestire i dati sensibili. Un altro strumento utilizzato per la protezione della comunicazione e dei dati è una virtual private network. Come funziona una VPN? Semplicemente creando un tunnel virtuale che protegge il trasferimento di dati tra il nostro dispositivo e la rete.
I benefici di questa modalità lavorativa superano comunque gli svantaggi e, stando anche al report dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, sempre più realtà cercano di adottare soluzioni di smart working, anche solo per qualche giorno alla settimana.
In questo momento di crisi inoltre optare per il lavoro agile può essere la soluzione per non bloccare interamente un Paese già messo a dura prova.