Torna, dal 19 settembre al 25 novembre, il Romaeuropa Festival. Il teatro contemporaneo incontra la danza e le arti visive, coinvolgendo ben 27 luoghi della Capitale per un festival sempre più internazionale. Between Worlds è il tema scelto per questa trentatreesima edizione.

Saranno 68 i progetti, 168 le repliche, 38 le prime nazionali, 29 i titoli internazionali, più di 60 le compagnie di cui 40 per la prima volta al Festival, per un totale di 311 artisti.

Ad aprire il calendario ufficiale sarà, mercoledì 19 settembre, il coreografo burkinabé Sergè-Aime Coulibaly e il suo Fao Dance Théatre con Kirina. Uno spettacolo all’insegna dell’incontro tra l’immaginario africano e quello occidentale: Kirina è un’opera per 9 danzatori, 1 attore, 4 musicisti, 2 cantanti e 40 figuranti nata dalla collaborazione tra il coreografo, la cantante maliana, icona della musica mondiale, Rokia Traorè e lo studioso e scrittore Felwine Sarr (per l’occasione nelle vesti di librettista).

Kirina. Di Serge Aimé Coulibaly.
ROMAEUROPA 2018 | BETWEEN WORLDS

REf18 è un inno al confronto, un viaggio che dall’Italia attraversa i confini del Mondo, contro la paura, i limiti territoriali e sociali. L’arte e il teatro uniscono i popoli per alimentare il dialogo e per abbattere le differenze. “Il titolo scelto è Beetween Worlds” – racconta il direttore Fabrizio Grifasi – “ci sembravano le parole giuste per raccontare uno stato d’animo. Questo titolo significa prendere atto dei tanti mondi con i quali noi ci confrontiamo ogni giorno. Bisogna cercare di incontrare questi mondi, di ragionarci assieme e perché no, provare anche a farci festa all’interno di un festival”.
Durante la conferenza stampa di presentazione del festival, la presidente della Fondazione Monique Veaute ha messo in risalto il ruolo delle donne in questo #REF18: la donna da danzatrice, musicista, performer prende il controllo e si afferma regista, scrittrice, protagonista.

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IL PROGRAMMA DI REF18

Un programma molto ricco ed eterogeneo rende ancora una volta Romaeuropa uno dei festival più interessanti della scena internazionale. Ref18 si articola in tre diversi percorsi (Storie, visioni e suoni) e in quattro sezioni: Digitalive a cura di Federica Patti, Anni Luce a cura di Maura Teofili, Dancing Days a cura di Francesca Manica, Ref Kids a cura di Stefania Lo Giudice e nelle attività di incontri e workshop di Community  curate da Lara Mastrantonio, Massimo Pasquini e Matteo Antonaci.

Apre il festival il coreografo burkinabé Sergè-Aime Coulibaly con Kirina, chiuderà la manifestazione, il 25 novembre, il “gran finale” in coproduzione con Fondazione Musica per Roma in tutte le sale dell’Auditorium Parco della Musica.

Sharon Eyal, Love Chapter

Tra i nomi più attesi di Ref18 ci saranno i maestri del teatro internazionale Peter Brook, Hofesh Shechter, Ivo Van Hove e tanti protagonisti della creazione contemporanea come Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, Luigi de Angelis e Fanny & Alexander, Tim Etchells con Ant Hampton (per una collaborazione con Short Theatre), gli israeliani Sharon Eyal, Gai Behar e la loro L-E-V, i catalani Agrupación Señor Serrano.
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La musica attraversa come un filo rosso l’intera programmazione come trait d’union tra continenti, immaginari e generazioni. Arriveranno al festival John Adams, invitato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Cristina Zavalloni e tutti gli ensemble e le orchestre: Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Ensemble Giorgio Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scala (per un esclusivo omaggio a Frank Zappa diretto da Peter Rundall), i Solisti dell’Ensemble InterContemporain, il Parco della Musica Contemporanea Ensemble, Solistenensemble Kaleidoskop, Edison Studio, Tempo Reale, Eklekto Ensemble.

Lo splendido salone di Pietro da Cortona di Palazzo Barberini sarà aperto per la performance della compagnia italiana Anagoor. La compositrice Lucia Ronchetti, con una collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma, sarà in scena nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano (ex Planetario). Il Palazzo Falconieri dell’Accademia d’Ungheria in Roma ospiterà il compositore Dániel Dobri. L’Accademia di Francia – Villa Medici sarà cornice di una performance dell’iraniano Ali Moini. Spazio alla multimedialità anche nella Sala Santa Rita con le installazioni site-specific di NONE Collective e Robert Henke.

Il Mattatoio è l’hub della giovane creazione contemporanea di REf18. Qui si esibiranno la coreografa olandese Karen Levi; il greco Christos Papadopoulos, la norvegese Ingrid Berger Myhre, i viennesi Dominik Grünbühel e Luke Baio oltre agli italiani Salvo Lombardo e la sua compagnia Chiasma, Sara Sguotti e Luna Cenere.

Hofesh Shechter, Rahi Rezvani

Per Digitalive, la sezione del festival dedicata all’arte digitale, esporranno le loro creazioni Marco Donnarumma, Quiet Ensemble, Kamilia Kard, fuse* oltre a dj e compositori emergenti come Caterina Barbieri, Andrea Familiari con Demetrio Castellucci, Polisonum e altri artisti.

Il Mattatoio ospiterà anche REf Kids, vero e proprio festival nel festival con la sua intensa programmazione di spettacoli dedicati ai più piccoli.

Il Festival è realizzato anche grazie al riconoscimento del Parlamento Italiano che ha voluto inserire il Romaeuropa Festival nella legge per la valorizzazione dei grandi Festival d’interesse nazionale, ma anche grazie alla collaborazione con le tante strutture pubbliche e private, fondazioni, ambasciate e istituzioni che da 33 anni rendono il Ref una delle più vive realtà della creazione contemporanea italiana e mondiale.

Info: romaeuropa.net

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Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 12 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..